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Il Quotidiano di Alghero 4 giugno 2012
EDITORIALE | Silenzi, bisbigli e sondaggi
L´editoriale di Alguer.it
EDITORIALE | Silenzi, bisbigli e sondaggi

«Centrodestra in picchiata»… «Il Pd primo partito»… «Grillo tallona Berlusconi»… Secondo i sondaggi della Demos pubblicati da Repubblica domenica il primo partito sarebbe di gran lunga il Pd e il Pdl vedrebbe quasi dimezzati i suoi consensi. Naturalmente si tratta di sondaggi per le elezioni politiche. Rilevazioni della Demos di Bologna. Che raccontano un grande sommovimento elettorale. Tutto a vantaggio di M5S di Beppe Grillo che nel giro di appena 2 mesi è passato dal 5 per cento al oltre il 16 per cento nelle dichiarazioni di voto. Il commento di Ilvo Diamanti, lettore intelligente dei numeri che fanno la politica, talvolta persino acuto e quasi spiritoso (come solo sapeva fare con distacco Edmondo Berselli) a dispetto dell'aridità del materiale, ci racconta di un «paese sospeso» di un «paese spaesato», scosso da «vento del cambiamento» ma incapace di scegliere di fronte al «silenzio delle oligarchie».

Perché, eccetto Grillo, tutti perdono. Perde Bersani, pur guidando alla vittoria nei sondaggi il Pd, rispetto a Veltroni seppure sconfitto da Berlusconi. Perde anche Monti, rispetto a se stesso, sebbene gli italiani continuino a pensare che solo con un governo tecnico il paese può sperare di uscire dalla crisi. Una crisi che non è solo economica. Anche negli indici di gradimento scendono tutti. Solo Grillo sale, però in maniera minima rispetto invece al consenso che viene attribuito al Movimento 5 Stelle, molto lontano da Monti e anche dalla Fornero, anch'essa graditissima, ancora dietro anche rispetto a Bersani e Di Pietro, Bonino e Passera. C'è una novità però nel sondaggio Demos: al terzo posto compare Luca di Montezemolo con un cospicuo 39,5 per cento. È la prima volta che il dato viene rilevato. Indica che per gli italiani che si dichiarano pronti a far salire il consenso per M5Stelle in realtà per guidare il paese preferiscono invece il presidente della Ferrari.

Mah, viene da dire. E si pensa a quello che successe con Berlusconi, che in un colpo solo non solo riuscì a sbaragliare la vecchia politica della prima repubblica, ma anche a sostituirsi a Mario Segni che aveva cavalcato con determinazione l'ondata della protesta contro la vecchia politica. Non dimentichiamo che Tangentopoli finisce con la vittoria di Berlusconi! E se tutto il lavoro di destrutturazione politica a sinistra che sta facendo Grillo finisse poi per favorire invece la ristrutturazione a destra di Montezemolo? La strategia di impaginazione di Repubblica, supponiamo senza seconde intenzioni, ha fatto si che l'articolo con la cronaca sul comizio di Beppe Grillo ad Alghero precedesse le due pagine con i grafici del sondaggio Demos. Per cui non è stato difficile, anzi è venuto del tutto naturale chiedersi fino a che punto la vicenda elettorale che si sta consumando ad Alghero rifletterà gli umori e le reazioni del resto dell'Italia?

Perché anche ad Alghero i sondaggi del centrosinistra e del centrodestra incrociati cercano di scrutare le convinzioni collettive su cui ciascuno poi procederà alla sua scelta individuale. Il voto è un atto solitario che si forma però con la partecipazione alla vita collettiva. Per legge i sondaggi non possono essere divulgati. Giusto. Ma cercare di interpretare gli umori degli schieramenti in campo per fornire il massimo delle notizie all'opinione pubblica, ci sembra la ragione fondante di questo giornale. Perciò ci sembra assordante il silenzio che circonda i sondaggi del centrodestra. E significativo il bisbiglio con cui il centrosinistra lascia filtrare i propri risultati. E allora già si fanno i conti. Circolano le prime liste degli eletti e di conseguenza anche quelle dei corrispondenti trombati. Fisiologico e persino salutare in una città che porterà al voto circa 28 mila cittadini, tanti per poter significare un dato nazionale, pochi per poter essere completamente slegati dai condizionamenti di una dimensione locale.

Non sappiamo se Grillo, che sembra avere deluso qualche estimatore e molti detrattori, certamente i curiosi che a migliaia hanno affollato piazza della Mercede, si sia reso conto che per la prima volta ha perso la sua dote magica di fare notizia. La scena con sapiente strategia mediatica gliela ha rubata don Tonino Manca, il padre mercedario che si è presentato sul palco di Grillo collocato vicino alla sua chiesa, perché il comizio iniziato con anticipo, fuori dagli accordi, aveva disturbato la cerimonia religiosa in corso. Perdippiù Grillo aveva cominciato a prendersela con il Vaticano, come dire a sparare sul presepe, provocando la comparsa del parroco in abito da messa sul palco degli attoniti grillini. Altro che Peppone e Don Camillo! Don Tonino sembrava papa Leone che ferma Attila. Al di là dei sondaggi, infatti, sarà molto importante vedere quanti saranno i consiglieri di M5S in consiglio comunale. A danno di chi? Certamente dello schieramento che andrà all'opposizione.

Ma anche, per calcolare le quote dei consiglieri della maggioranza, se i voti del partito di Grillo saranno sottratti ai partiti della sinistra radicale. Se davvero la lista di Giorgia Distefano, che sul palco non sembra avere mostrato la tempra della trascinatrice, dovesse attingere al 15 per cento dei voti, come da sondaggio nazionale, risulterebbe in qualche modo egemone dentro lo schieramento di opposizione. Se invece si limiterà al 4 il successo sembrerà una sconfitta. Capire come sarà la composizione di questo voto aiuta a prevedere i risultati delle prossime comunali. Sembrerebbe infatti che il voto di M5Stelle attinga per il 50 per cento all'area del non voto strettamente antipolitico, per un 30 per cento a voti sottratti alla sinistra e il restante 20 al voto di centrodestra. Un'altra notizia buona per il candidato del Centrosinistra Stefano Lubrano, che sebbene qualcuno lo accrediti di una vittoria al primo turno, in un eventuale secondo turno potrebbe contare sul ritorno di una parte almeno del voto di M5S.
Post scriptum. Consideriamo del tutto fallimentare la campagna di Alguer.it per la trasparenza dei redditi dei candidati. A destra e anche a sinistra. Pazienza. Per fortuna ci sta pensando Mario Monti, deciso a introdurre una norma che costina tutti gli eletti a rendere pubblico il proprio tenore di vita, prima e durante il mandato, e anche dopo. Una buona occasione persa per rispondere davvero a Grillo!
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