|
A.B.
25 agosto 2012
«La peggiore siccità degli ultimi dieci anni»
L’allarme di Coldiretti Sardegna: «Materie prime alle stelle, quasi impossibile sfamare il nostro bestiame»

CAGLIARI - «La grave siccità che interessa l’intero territorio nazionale rischia di avere pesanti ripercussioni sull’agricoltura isolana». E’ l’allarme lanciato da "Coldiretti Sardegna", che disegna uno scenario davvero devastante: «i raccolti di mais, ad esempio, hanno subito tagli per oltre il 20percento, con gli agricoltori costretti a usare a pieno regime le pompe per pescare l’acqua dai canali e irrigare, nel tentativo di salvare campi e raccolti. Si tratta – commenta Marco Scalas, presidente di Coldiretti Sardegna - della più grave siccità degli ultimi dieci anni: già si contano danni per un miliardo di euro e tagli della produzioni che, a livello nazionale, vanno dal 20 fino al 40percento».
«La situazione – prosegue Scalas – rischia di avere effetti diretti ed indiretti che potrebbero mettere in ginocchio i comparti più vitali della nostra agricoltura. Oltre, infatti, alle intuibili conseguenze sugli agricoltori costretti a utilizzare maggiori quantità di acqua, è prevedibile una forte crescita dei costi dei mangimi. Sarà un salasso sfamare il nostro bestiame. Il mais, ad esempio, a seguito del maggiore utilizzo dell’acqua e dei costi di pompaggio, subirà probabili aumenti che potrebbero farne lievitare il costo fino a oltre 35 euro al quintale. Si tratterebbe di un picco di prezzo che riporterebbe il costo della materia prima ai livelli record del 2008».
«Questo ulteriore aumento, in un contesto di continua crescita dei costi di produzione, rischia di dare il colpo di grazia al comparto zootecnico isolano. Non si può restare inermi ad attendere il tracollo dei comparti strategici della nostra agricoltura - conclude Marco Scalas - Per questo chiediamo all’assessore regionale all’Agricoltura Oscar Cherchi di programmare con la massima urgenza interventi tampone che possano limitare gli effetti di una stagione siccitosa disastrosa».
|