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Monica Caggiari
25 luglio 2005
L’infanzia malinconica di Antonio Marras Successo per “Minyonies” l’installazione dello stilista algherese
Dalla danza iniziale si passa così per la fila di grembiulini profilati dell’ingresso, nell’allestimento di Antonio Marras, che ha reiterato il simbolo prettamente scolastico, quasi volesse creare un’introduzione allegorica al tema portante della mostra

ALGHERO - Un ballo, cadenzato dalle note della musica tradizionale sarda, sulla capotta di una vecchia macchina e, attorno, numerosi ragazzini, che a turno salgono sul mezzo sfasciato dai passi pesanti della danza. S’introduce così l’infanzia, o “le infanzie”, del progetto “Minyonies” di Antonio Marras, a cura di Giuliana Altea e Maria Luisa Frisa, accompagnato per quest’appuntamento di “Trama Doppia 2005” da altri 12 artisti di fama internazionale, tutti impegnati nella resa visiva e artistica di questa “meravigliosa” età dai risvolti tutt’altro che innocenti. Oltre le standardizzazioni, le opere, installazioni, filmati e rumori di sottofondo, creano nelle aule dell’edificio scolastico del Sacro Cuore un percorso quasi intimo, fatto d’oggetti che esprimono la quotidianità dei bambini, enfatizzandone, in alcuni casi, il lato più buio. Dalla danza iniziale si passa così per la fila di grembiulini profilati dell’ingresso, nell’allestimento di Antonio Marras, che ha reiterato il simbolo prettamente scolastico, quasi volesse creare un’introduzione allegorica al tema portante della mostra.
Nelle aule compaiono così pupazzi di stoffa, rattoppi che emulano annoiati alunni tra i banchi, mentre in sottofondo la voce della maestra insiste in un infinito appello. Oppure, in questi luoghi insolitamente bui, si scoprono proiezioni di bimbi che saltano e giocano, facendo idealmente cadere una palla, unico oggetto “fisicamente” presente nella stanza. Ancora ci sono scaffali, alti, anzi enormi, sui quali poggiano numerosi cappelli, accompagnati da didascalie un po’ scarabocchiate, un po’ infantili, che apparentemente non agevolano l’interpretazione chiara, lasciando così spazio alle riflessioni più disparate. Altre aule ospitano il disordine dei bambini, quello benefico, quasi catartico, fatto di pennarelli sparpagliati per terra e di banchi inchiodati sui muri, un sovvertimento dell’ordine prestabilito che è un po’ il sogno degli adulti alla ricerca della libertà d’espressione persa in itinere.
Ed è proprio la libertà assoluta e l’assenza di freni inibitori che impregna l’atmosfera della mostra. Un’occasione particolare che ha ricevuto l’attenzione degli esperti del settore, critici e altri artisti, e che è stata visitata anche dal Presidente della Regione Renato Soru, accompagnato per l’occasione dal consigliere regionale Mario Bruno, dal sindaco Marco Tedde e dall’Assessore alla cultura Antonello Muroni, oltre che da numerose altre autorità locali presenti al “vernissage”, svoltosi lo scorso sabato, 23 luglio. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 27 agosto.
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