La manovra è stata varata con 41 sì e 31 no dal Consiglio regionale della Sardegna. Soddisfatto Cappellacci e l´assessore Zedda. Critiche da parte dell´opposizione
CAGLIARI - Approvata la Finanziaria 2013 da 6,9 miliardi di euro, con 41 sì e 31 no dal Consiglio regionale della Sardegna. Due i provvedimenti sul fronte della riduzione del costo del lavoro e del welfare - entrambi proposti dalla minoranza di centrosinistra e sollecitati dal mondo delle imprese -: il taglio del 70% dell'
Irap pari a 240 milioni e l'
anticipazione di 30 milioni per la cassa integrazione e mobilità in deroga.
«Una Finanziaria che permette di supportare le imprese, sostenere le famiglie e i disoccupati attraverso la conferma degli ammortizzatori sociali e di mantenere il Fondo Unico per gli enti locali, approvata in tempi rapidi grazie all’appoggio costante della maggioranza e al senso di responsabilità dell’intero Consiglio su alcuni temi importanti. L’unico obiettivo di questa Finanziaria era quello di restituire ai sardi una speranza concreta e tutte le azioni che abbiamo portato avanti sono andate in questa direzione. Siamo intervenuti su quelle misure che oggi possono consentirci di ricreare quelle condizioni di sviluppo che possono portarci alla fine del 2013 con un maggiore ottimismo». E’ quanto affermato dal presidente della Regione, Ugo Cappellacci e dall’assessore della Programmazione, Alessandra Zedda, in merito all’approvazione della Manovra Finanziaria 2013.
Di avviso contrario Sinistra ecologia e libertà e Sardigna Libera: q«uattro mesi di ritardo si è concluso oggi – con il voto sul Bilancio - l'esame della Manovra finanziaria. Un documento che riteniamo assolutamente insufficiente: dettato più da esigenze elettorali che per dare risposte alle reali esigenze della Sardegna. Complessivamente, questa Finanziaria, non risponde a nessuna esigenza di contrasto alla crisi. E non può certo rallegrarci il tardivo e inadeguato tentativo di recuperare le risorse per la Cassa integrazione e Mobilità in deroga. Risorse, 30milioni di euro, che riteniamo insufficienti a garantire certezze per gli oltre 30mila lavoratori espulsi dal sistema produttivo dell'Isola. Si tratta di una soluzione tampone dopo l'incomprensibile bocciatura dell'emendamento presentato da Sinistra ecologia e libertà e Sardigna Libera che, con uno stanziamento di 60milioni avrebbe garantito il cofinanziamento necessario - anche a fini di anticipazione».