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A.B. 5 agosto 2013
Cappellacci: «La cultura di Diana non mi appartiene»
Il presidente della Regione Autonoma della Sardegna interviene sulla querelle relativa alla Legge Elettorale: «Diana propone la restaurazione di vecchie logiche»
Cappellacci: «La cultura di Diana non mi appartiene»

CAGLIARI - «L’impugnazione della Legge Elettorale é avvenuta per cause ben diverse da quelle indicate da chi ha provato a mistificare la realtà. Le odierne dichiarazioni dell’onorevole Diana, nelle quali sembra di cogliere una “impercettibile” sfumatura di astio, dovuta al fatto che prima è stato isolato e poi costretto ad andarsene dal Popolo della Libertà, smentiscono involontariamente quelle di chi ha tentato di confondere le idee circa i veri motivi dell’impugnativa e di attribuire responsabilità alla Giunta. Oggi sono più chiari non solo le cause dell’impugnativa, ma anche chi abbia la paternità del “pasticcio” e le finalità che perseguiva: il tentativo strisciante di neutralizzare l’elezione diretta del presidente, per preparare un ritorno al passato, all’epoca degli inciuci, delle imboscate e dei riti della cosiddetta prima Repubblica». Così il presidente della Regione Autonoma della Sardegna Ugo Cappellacci replica alle dichiarazioni dell’onorevole Diana sulla norma che impediva la candidatura di un presidente dimissionario.

«L'esponente dell’Opposizione - ha aggiunto il presidente - continua a vagheggiare un suo ruolo in quel Popolo della Libertà che, insieme al sottoscritto, ha preso da lui le distanze già da molto tempo. Una distanza che emerge anche dalla questione di cui tratta oggi, perché il Popolo della Libertà nasce con una vocazione presidenzialista e soprattutto con una certa “allergia” ai tentativi di ritornare indietro al passato, alle vecchie logiche e a quei giochi di palazzo di cui l’onorevole Diana appare esperto. Se questa è la sua cultura, poichè non sono un professionista della politica e non intendo diventarlo, personalmente ne sono assolutamente lontano anni luce e la sua accusa di “ignoranza” non può che farmi piacere. Le primarie del Centrodestra - ha evidenziato Cappellacci - vedranno un confronto tra candidati che appartengono alla stessa coalizione e che al termine del confronto appoggeranno con lealtà chi risulterà vincitore nel confronto. Poichè sicuramente saranno in campo nomi autorevoli, non abbiamo certo bisogno di un contributo al ribasso da parte di chi dovrebbe partecipare a quelle dell’Opposizione».

Nella foto: Il presidente regionale Ugo Cappellacci



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