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Sara Alivesi 28 novembre 2013 video
Assistenza ai disabili: la rabbia delle famiglie
L´assistenza educativa per gli studenti diversamente abili è partita solo ieri ma con notevoli tagli negli istituti superiori della Provincia di Sassari: la protesta delle famiglie e la testimonianza di un genitore


ALGHERO – Solo ieri (mercoledì 27 novembre) negli istituti superiori della Provincia di Sassari è iniziata l’assistenza educativa (ma con notevoli tagli). Da non confondere con quella di base che, al contrario, è partita con l’inizio dell’anno scolastico. La prima la svolgono gli educatori, figure professionali specializzate nel fornire ai ragazzi diversamente abili, gli strumenti per l’integrazione e il supporto nell’attività di apprendimento. La seconda è più legata ai bisogni fisici della persona ed è svolta prevalentemente dagli Oss. Senza volerne fare una questione di serie "a" e "b" di assistenza: entrambe (gestite da una cooperativa) mirano a rendere più sereno e costruttivo l’ambiente scolastico per gli studenti normo dotati e non. Il problema sono i fondi sempre più esigui destinati al mondo dell’istruzione, una coperta sempre più corta che viene tirata da una parte all’altra senza beneficio alcuno.

Annunci, false partenze, promesse fatte e mancate: sono le tappe di una battaglia che professionisti e famiglie “combattono” ogni anno, con un servizio che posticipa l’avvio di giorni, settimane e mesi. Senza rispetto del percorso didattico, professionale e umano di chi questa battaglia la deve vivere sulla propria pelle. «Non sono regalati i soldi che pretendiamo, mio figlio vuole imparare perché non può farlo?» Si chiede Patricia, madre di Giovanni, studente dell’Alberghiero di Alghero. E con lei un nutrito gruppo di genitori che spiegano l’importanza dell’educatore professionale in aula, in sinergia con l’insegnante di sostegno, per abbattere «quelle barriere relazionali che 
ostacolano la comunicazione, l’inclusione e l’apprendimento e impediscono che la persona
disabile venga impegnata nel lavoro scolastico, spesso provocando disagi al 
gruppo classe».

Dai palazzi della politica è un rimbalzo di responsabilità: Stato, Regione, Provincia e spesso anche le scuole. «Garantiremo con le nostre forze l’avvio dei servizi per gli studenti disabili
 sin dall’inizio dell’anno scolastico e abbiamo lavorato per trovare le risorse che 
basteranno per avviare i sevizi di trasporto, assistenza di base e assistenza
 specialistica» diceva l’assessore provinciale Rosario Musmeci lo scorso 7 settembre. «Solo belle parole ma l’assistenza specialistica non è mai stata
 avviata» gli rispondono le famiglie che hanno annullato la manifestazione in programma a Cagliari dopo reiterate comunicazioni di avvio del servizio; tutte disattese sino a ieri. A tutelare i diritti di questi genitori e figli, senza scomodare la Costituzione, c’è una legge quadro ( n.104 del 1992)
per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone 
con handicap e che ha come finalità: «promuovere la piena integrazione nella 
famiglia, nella scuola e nella società. Prevenire e rimuovere le condizioni 
invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona umana, il raggiungimento
della massima autonomia possibile e la partecipazione alla vita della
 collettività». E la scuola, dopo la famiglia, è il primo nucleo di sviluppo e partecipazione. Probabilmente prima di investire in progetti che rimangono lettera morta o sportelli dall’utilizzo vago, sarebbe opportuno ripartire dall’inizio.

24/4/2025
La Giunta regionale su proposta dell’assessore del Turismo, Franco Cuccureddu, ha approvato il progetto, presentato anche al Ministero per le disabilità, per cui si prevede un finanziamento di un milione e 770 mila euro



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