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S.A. 21 gennaio 2014
«De minimis, Coldiretti vince la battaglia»
Lo scopo del regolamento “de minimis” è quello di permettere agli Stati membri di sostenere alcuni settori di attività o imprese tramite la concessione di aiuti di modesta entità senza dover attendere un’autorizzazione da parte della Commissione e quindi semplificando e velocizzando le procedure
«De minimis, Coldiretti vince la battaglia»

CAGLIARI - «C’è qualcuno che ricorda chi si scagliava contro Coldiretti quando tra agosto e dicembre 2010 venne scatenata una vera e propria guerra per portare il “de minimis” in agricoltura a 15mila euro? Bene, Coldiretti, oggi, ha vinto quella battaglia». A "rinfrescare la memoria" è Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna e membro da qualche mese del Consiglio Nazionale di Coldiretti, che aggiunge: «Grazie alla presenza della Sardegna ai vertici di Coldiretti – spiega il presidente – si è potuta fare un’incessante battaglia presso l’Unione Europea tesa a superare il vincolo a 7.500 euro del “de minimis” in agricoltura».

Lo scorso dicembre, infatti, la Commissione Europea ha emanato il nuovo regolamento (n. 1408/2013) relativamente agli aiuti in regime di “de minimis” in agricoltura, elevando il tetto massimo dai 7.500 del passato ai 15mila euro e portando il limite nazionale all’1% della produzione annua. I 15mila euro vanno computati nell’arco di tre anni tenendo conto degli aiuti concessi nell’esercizio finanziario in questione e nei due esercizi finanziari precedenti. Lo scopo del regolamento “de minimis” è quello di permettere agli Stati membri di sostenere alcuni settori di attività o imprese tramite la concessione di aiuti di modesta entità senza dover attendere un’autorizzazione da parte della Commissione e quindi semplificando e velocizzando le procedure.

«Questo importantissimo risultato – ricorda Pietro Greco Coldiretti, direttore di Coldiretti Sassari – deve in generale farci riflettere per comprendere come sia determinante per l’agricoltura avere un metodo e non improvvisare, specie se occorre intervenire diretto presso l’Unione Europea per modificare norme di carattere extranazionale. Il perseguimento di tale obiettivo – aggiunge il Direttore Greco – altro non è che l’azione mirata di Coldiretti che da anni ha scelto di avere un ufficio a Bruxelles, in maniera tale da poter con più efficacia canalizzare le istanze del mondo agricolo. Tutto questo è maggiormente reso efficace dalla presenza di rappresentanti sardi presso i massimi livelli dirigenziali di Coldiretti. Fare pressione e costruire una norma di respiro europeo a favore delle imprese agricole della Sardegna – conclude Greco – oggi significa operare in maniera costruttiva ai vertici dell’Ue e non mettere in piedi precipitose manifestazioni ferragostane come successe qualche anno fa».
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