S.A.
22 febbraio 2014
Cagliari: Liquami dalla centrale La denuncia degli ambientalisti
Si tratta della Società Agricola Agrifera arrivata nel 2012 nella zona agricola di Terramaini, in gran parte nel Comune di Decimoputzu e in piccola parte nel Comune di Villasor. La denuncia delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra

CAGLIARI - Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra hanno inoltrato ieri alle amministrazioni pubbliche e alla magistratura competenti «una nuova specifica richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni provvedimenti riguardo il conferimento e spargimento di liquami maleodoranti di natura non conosciuta presso l’impianto per la produzione di energia da fonti rinnovabili, consistente in un impianto di biometanizzazione e produzione di energia elettrica da biomassa per conto della Società Agricola Agrifera s.r.l.», situata nella zona agricola di Terramaini, in gran parte nel Comune di Decimoputzu e in piccola parte nel Comune di Villasor.
«La vivibilità quotidiana della zona, in questi frangenti, appare fortemente compromessa» sottolinea il presidente Stefano Deliperi che già aveva chiesto dallo scorso agosto, a nome delle due associazione ambientaliste, la revoca dell’autorizzazione unica emessa dal Servizio Energia dell’Assessorato dell’industria della Regione autonoma della Sardegna, a seguito «della palese violazione dell’ art. 6» della stessa. Sul caso sono state avviate delle indagini da parte della Polizia di Cagliari con tre sopralluoghi (6 e 12 febbraio 2013 e 8 marzo 2013) presso il cantiere e l'accertamento «dell'avvenuto ripetuto conferimento all’impianto, tramite autocisterna, dei reflui zootecnici provenienti da un allevamento di bovini di proprietà della Società Agricola F.lli Medda», in seguito stoccati «nella Prevasca Liquami dell’impianto». «Si è trattato – secondo le verifiche condotte dalla Polizia provinciale di Cagliari – di attività di trasformazione di sottoprodotti di origine animale in biogas effettuata senza provvedimento di riconoscimento sanitario e oggetto di sanzione pecuniaria da euro 10.000 a 70.000». «Si è trattato, inoltre, di attività di trasporto di rifiuti non pericolosi in assenza di formulario di identificazione dei rifiuti, con sanzione pecuniaria da euro 1.600 a 9.300» aggiungono da Grig che denuncia come «la conseguenza degli accertamenti svolti dalla Polizia provinciale di Cagliari avrebbe dovuto essere la revoca del l’autorizzazione unica, invece – incredibilmente - il Servizio Energia dell’Assessorato dell’industria della Regione autonoma della Sardegna aveva convocato per il 24 settembre 2013 una conferenza di servizi per la “regolarizzazione dell’Autorizzazione Unica». Di cui «se ne ignorano gli esiti».
In precedenza, le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra, raccogliendo allarmate segnalazioni di residenti e del locale Comitato Terrasana, hanno provveduto (25 novembre 2012, 31 gennaio 2013, 25 marzo 2013) a inoltrare varie richieste di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni provvedimenti alle amministrazioni pubbliche e alla magistratura competenti riguardo i lavori di realizzazione della centrale e il conferimento di materiali di approvvigionamento. Interessati il Ministero dell’ambiente, la Direzione generale regionale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia, il Servizio regionale dell’energia, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, i Carabinieri del Noe, la Provincia di Cagliari, i Comuni di Decimoputzu e di Villasor, nonché la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari per gli eventuali aspetti di competenza
I lavori della Società Agricola Agrifera di Milano iniziano nel novembre 2012 «e le proteste sono partite subito da parte della popolazione tenuta all’oscuro». Di più: «La produzione di energia elettrica da biomassa ha un senso positivo – sul piano ecologico e sociale – quando è situata presso il luogo di “produzione” della biomassa stessa, presso la stessa (o le stesse) azienda agricola dal cui ciclo produttivo deriva. In caso diverso, non ci vuole particolare fantasia per ipotizzare motivazioni puramente speculative. Sembrerebbe pertanto logica la sola presenza di impianti simili connessa ad aziende agricole presenti nell’area». Niente di tutto ciò, denunciano da Grig, sarebbe avvenuto: «In questo caso, invece, la biomassa da utilizzare nella centrale in costruzione giungerebbe dai campi di Villacidro, a una quarantina di km. di distanza. Domanda banalissima, ancora impellente: per quale motivo la Società Agricola Agrifera non ha chiesto d’installare la sua centrale a biomassa a Villacidro? Mistero».
Nella foto: Stefano Deliperi, presidente di Gruppo d'Intervento Giuridico e Amici della Terra
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