M. P.
22 febbraio 2014
Scomparso Gavino Iacomini un pugile d’altri tempi
Scomparso il pugile Gavino Iacomini. Aveva 80 anni e aveva combattuto a Porto Torres con il grande Nino Benvenuti.

PORTO TORRES - Aveva 80 anni il pugile Gavino Iacomini. E’ morto a causa di una grave malattia, in una residenza assistita. Era nato a Porto Torres nel 1934 ed aveva cominciato a frequentare la palestra nei primi anni 50’, un pugile vero che sotto la guida di Baciccia Martellini esordisce nel 1951 nella categoria dei pesi leggeri. Affrontò una durissima selezione prima di arrivare alla sospirata finale, che si era aggiudicato nettamente conquistando il titolo italiano. La carriera di Iacomini continuava con combattimenti tra la Sardegna e vari tour nel continente: arrivavano ottimi risultati nei diversi incontri affrontati, uno tra questi indimenticabile fu il match con il grande Nino Benvenuti, avvenuto nel cortile della scuola “De Amicis” di Porto Torres.
Tre anni dopo, nel 1955, partiva per il servizio militare, un occasione per poter continuare ad allenarsi nella palestra romana della Marina mettendo in mostra le sue qualità pugilistiche. Qualità basate su una buona tecnica pugilistica, ma soprattutto sull’aggressività e una notevole potenza fisica demolitrice. Nella Capitale diventò ben presto il beniamino della palestra, e nello stesso anno conquistava la “Cintura di Roma” battendo nettamente il peso welter pesante Scisciani, fresco campione europeo dei dilettanti e titolare inamovibile della nazionale italiana.
L’anno successivo riconquistava la “Cintura di Roma” e si laureava campione laziale, sconfiggendo tutti i migliori dilettanti laziali della categoria. Con la fascia di campione laziale partecipava agli assoluti dilettanti: ai tricolori combatteva dunque per i colori laziali e, ironia della sorte, in semifinale incrociava i guantoni con il fratello Mario, campione sardo della categoria e rappresentante della Sardegna. Fu un derby turritano duro ed entusiasmante, senza esclusione di colpi, che infiammò il palazzetto dello sport romano e indusse i tifosi tutti in piedi per applaudire due fratelli che combattevano onorando la boxe. Gavino Iacomini vinse ai punti e i giornali dell’epoca li dedicarono molto spazio, riconoscendo la potenza e la lealtà del pugile sardo che non si risparmiava per portare in alto i colori laziali.
Nel 1957 diventava per la seconda volta campione laziale, aggiudicandosi il prestigioso trofeo “il pugile d’oro“ che veniva assegnato al miglior pugile che nel corso dell’anno si distingueva per tecnica, potenza e continuità di rendimento. Dopo oltre centocinquanta combattimenti fra i dilettanti, con uno score di molte vittorie e pochissime sconfitte che meritavano chance anche più importanti, il passaggio nel 1962 al professionismo sotto le ali del manager Branchini e del maestro Baciccia Martellini. A torso nudo disputò sedici combattimenti: tredici vinti, diversi prima del limite, due pari e una sola sconfitta. Alla fine del 1963 Gavino appendeva i guanti al chiodo, concludendo una più che brillante carriera pugilistica.
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