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Alguer.itnotiziecagliariCronacaEconomia › Aiuti di stato a Portovesme. Condanna della Corte di Giustizia
S.A. 1 marzo 2014
Aiuti di stato a Portovesme
Condanna della Corte di Giustizia
La sentenza stabilisce che l’Italia ha fornito energia elettrica a tariffe illegittimamente agevolate alla Portovesme, all’Ila, all’Eurallumina e alla Syndial, aziende del polo industriale di Portovesme. L´appello degli ambientalisti al neo governatore sardo
Aiuti di stato a Portovesme. Condanna della Corte di Giustizia

PORTOVESME - La Corte di Giustizia europea ha condannato l'Italia per il mancato recupero degli “aiuti di Stato” ritenuti illegittimi (più di 18 milioni di euro) in favore di varie industrie del polo di Portovesme (Portoscuso, CI) per violazione delle norme comunitarie sulla concorrenza. La sentenza stabilisce che l’Italia ha fornito energia elettrica a tariffe illegittimamente agevolate alla Portovesme s.r.l., all’I.L.A. s.p.a., all’Eurallumina s.p.a. e alla Syndial s.p.a., aziende del polo industriale di Portovesme. Oltre al recupero dei fondi, per ora la condanna fa riferimento al pagamento delle spese del procedimento. In caso di ulteriori ritardi o inadempienza, può esser condannata a pesanti sanzioni pecuniarie. «Tutto questo per aver illegittimamente agevolato aziende in crisi o ormai fuori mercato o mal gestite, causa, almeno in parte, della pessima situazione ambientale e sanitaria del basso Sulcis» commentano gli ambientalisti di Gruppo d'Intervento Giuridico che prevedono altre conseguenze: «e a grandi passi si avvicina un’altra situazione simile, quella degli “aiuti di Stato” ritenuti illegittimi dalla Commissione europea alla Carbosulcis s.p.a. per la gestione della miniera di carbone di Monte Sinni (Gonnesa, CI) e delle connesse attività di ricerca per l’uso c.d. sostenibile del carbone (comunicazione Commissione europea 2013/C/ 20/01). Si tratta di almeno 405 milioni di euro».

«Chi paga?» si domanda il presidente di Grig, Stefano Deliperi secondo cui «la domanda è sempre più attuale dopo l’approvazione definitiva del c.d. decreto Destinazione Italia che prevede la possibilità per la Regione autonoma della Sardegna di bandire una gara internazionale entro il 30 giugno 2016 “per realizzare una centrale termoelettrica a carbone, dotata di apposita sezione di impianto per la cattura e lo stoccaggio dell'anidride carbonica prodotta, da realizzare sul territorio del Sulcis Iglesiente, in prossimita' del giacimento carbonifero, assicurando la disponibilita' delle aree e delle infrastrutture necessarie”». Al soggetto imprenditoriale vincitore “e' assicurato l'acquisto da parte del Gestore dei servizi energetici S.p.a. dell'energia elettrica prodotta e immessa in rete dall'impianto, dal primo al ventesimo anno di esercizio, al prezzo di mercato maggiorato di un incentivo fino a 30 Euro/MWh sulla base della produzione di energia elettrica con funzionamento a piena capacita' di cattura della CO2 e del funzionamento del relativo stoccaggio nonche' rivalutato sulla base dell'inflazione calcolata sull'indice Istat, per un massimo di 2100 GWh/anno”.

Deliperi denuncia: «gli incentivi saranno pagati da tutti gli italiani con un sovrapprezzo della bolletta energetica per un importo complessivo di 60 milioni di euro annui, ben 1,2 miliardi di euro per il ventennio di agevolazioni previste». E prosegue: «Come se non bastasse, poi, si può inquinare con un po’ di serenità imprenditoriale, perchè “in caso di funzionamento della centrale termoelettrica in assenza di cattura e stoccaggio della CO2, le emissioni di gas serra attribuite all'impianto sono incrementate del 30%”. Anche qui, però, c’è il rischio di subìre l’ennesima procedura di contestazione comunitaria, per cui “Il rapporto tra l'ammontare complessivo di tale incentivo e il costo totale di investimento sostenuto dal vincitore della gara non deve superare le proporzioni consentite dalle norme comunitarie sugli aiuti di Stato e nessun incentivo puo' essere concesso prima della approvazione da parte della Commissione europea”». Così il rappresentante degli ambientalisti ricolte un appello alla nuovo governatore della Sardegna: «forse stavolta le rigide norme europee sulla concorrenza potranno aiutare il popolo inquinato, ma non sarebbe male che in proposito la prossima Amministrazione regionale Pigliaru portasse migliore qualità ambientale e sicurezza sanitaria a un territorio pesantemente martoriato da decenni».
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