A.B.
4 giugno 2014
Diabete: convegno internazionale a Cagliari
In Italia, le persone con diabete di tipo1 sono circa 300mila e l’incidenza di questa patologia è in aumento in tutto il mondo. Voci autorevoli del mondo diabetologico, italiano ed internazionale, si confrontano in occasione del convegno organizzato da Ardi Onlus e Diabete Zero Onlus, in programma domenica a Cagliari. L’obbiettivo è quello di presentare ai pazienti ed ai familiari lo stato attuale della ricerca scientifica e delle terapie avanzate nel diabete di tipo 1 ed i futuri campi di intervento

CAGLIARI – Possiamo sperare in un futuro senza diabete? Si aprirà con questa domanda il convegno scientifico “Progressi nella sfida contro il diabete”, in programma domenica 8 giugno, alle ore 9.15, nelle sale del “T Hotel” di Cagliari, promosso da “Ardi Onlus” e “Diabete Zero Onlus”, patrocinato dalla Regione Autonoma della Sardegna e dalla “Federazione Diabete Sardegna” e moderato dal primario del Centro per il trattamento delle Complicanze del Diabete, Azienda Ospedaliera “G.Brotzu” di Cagliari Marco Songini. Il convegno, rappresenta un appuntamento molto atteso, dedicato ai pazienti ed ai loro familiari, per fare il punto sullo stato della ricerca nella cura e prevenzione delle complicanze del diabete di tipo 1, patologia cronica detta anche “diabete giovanile” o “diabete insulino-dipendente”. «La Sardegna è la regione più colpita in Italia. I nuovi casi, nela fascia di età compresa tra zero-quattordici anni, sono circa 130 per anno, e la percentuale di popolazione sarda colpita direttamente e indirettamente dalla patologia è molto elevata. Per questo – dichiara il presidente di Diabete Zero Onlus Francesco Pili – abbiamo scelto la città di Cagliari come sede del convegno, e abbiamo voluto riunire al tavolo dei lavori relatori di comprovata professionalità e fama, con cui condividere contributi scientifici rilevanti».
I lavori si apriranno alle 9.30 e, dopo i saluti dei promotori e della autorità locali, la research associate professor dell’Università di Pittsburgh Rita Bottino presenterà un focus su “L’autotrapianto di isole pancreatiche”, intervento che consente di restituire al paziente la capacità di produrre insulina autonomamente, con prospettive di buon controllo metabolico. Seguirà la relazione del Md Hillman professor of Pediatric Immunology Head, Division of Immunogenetics dell’Università di Pittsburgh Massimo Trucco, che, nel suo intervento, “Terapie cellulari per il diabete di tipo 1”, illustrerà come, all’interno del circolo vizioso generato da “cellule T” e “beta cellule” del pancreas, si può intervenire per migliorare la situazione: iniettando periodicamente l’insulina, o trapiantato nuove cellule beta isolate da possibili donatori, o aumentando artificialmente il numero delle cellule regolatrici, o bloccando la capacità delle cellule denditriche di attivare nuove cellule T.
Seguirà la seconda sessione di interventi a carattere scientifico, a cura del direttore dell’ “Irgb-Istituto di Ricerca Genetica e Biomedica” del “Cnr” di Cagliari Francesco Cucca e della presidente regionale “Siedp per la Diabetologia” Paola Frongia. Le loro relazioni contribuiranno a fotografare la patologia diabete in Italia (ed in particolare in Sardegna”, in un confronto con i colleghi d’oltreoceano su quelle che possono essere le reali prospettive future nella cura della malattia diabetica. Alle ore 11.30 si aprirà il dibattito. Ai pazienti ed ai familiari sarà data l’opportunità di discutere con medici e ricercatori delle loro problematiche, dalla valutazione di possibili percorsi di cura, all’analisi delle potenzialità di nuovi interventi, fino alla domanda che sta più a cuore: un giorno, dal diabete di tipo 1, si potrà guarire? E fino a quel giorno, medici, ricercatori, amministratori locali, associazioni e tutti gli attori coinvolti, come si impegnano a migliorare la qualità della vita del paziente? «Abbiamo voluto dedicare questo incontro ai pazienti e ai loro familiari - afferma il presidente Ardi Onlus Aurora Ketmaier – Convivere con questa patologia comporta impegno, motivazione e sacrifici, e le aspettative e la fiducia riposte nella ricerca sono altissime. Per questo abbiamo organizzato un momento di incontro, di partecipazione e condivisione, per incoraggiarli, sostenerli e far sentire la nostra costante presenza. Siamo contenti di poter celebrare proprio in questa occasione il venticinquesimo anno di vita dell’Associazione, e l’impegno profuso in questo lungo arco di tempo a favore della ricerca scientifica».
|