Carmelo Spada
13 luglio 2014
Conservatoria coste, parla il presidente Wwf Oasi
Antonio Canu, è presidente del Wwf Oasi ed è responsabile della gestione di circa la metà delle 100 aree protette pari a più di 30 mila ettari di territorio visitati da oltre 500 mila persone e impiegano più di 150 persone tra dipendenti e giovani delle cooperative

ALGHERO - Antonio Canu, è presidente del WWF Oasi ed è responsabile della gestione di circa la metà delle 100 aree protette pari a più di 30 mila ettari di territorio visitati da oltre 500 mila persone e impiegano più di 150 persone tra dipendenti e giovani delle cooperative. Un sistema di aree protette complesso e articolato, il primo in Italia gestito da un'associazione privata e tra i primi in Europa. La gestione ecosostenibile va dall'ecoturismo alle vacanze natura, dalla tutela legale dei parchi ai programmi di educazione, formazione e informazione ambientale; tantissimi i progetti e le attività svolte dal Wwf a livello nazionale e locale per difendere le riserve naturali. In questa intervista racconta ai lettori l’importanza delle aree protette, il suo rapporto con la Sardegna e la sua opinione sulla Conservatoria delle coste già comunicata – nel corso di un recente incontro - all’assessore all’ambiente della Sardegna Donatella Spano.
Antonio Canu, lei è presidente del Wwf Oasi che gestisce più' di 40 aree protette in tutta Italia, può dirci quale il suo rapporto speciale con la Sardegna?
«Intanto personale, dal momento che le mie radici sono per metà sarde e precisamente sassaresi. E a Sassari vivono i parenti più stretti con cui sono da sempre in contatto. Poi perché la Sardegna è essa stessa speciale, per bellezza e ricchezza di natura. E per chi ha scelto di fare qualcosa a tutela di questo mondo, è obbligatorio averne un rapporto diretto. E infine per motivi di lavoro, visto che siamo impegnati nella gestione di alcune oasi».
Veniamo al tema della Conservatoria delle coste della Sardegna; contro la soppressione dell’ente regionale è in corso una grande mobilitazione di cittadini, intellettuali e ambientalisti, nei giorni scorsi Lei ha incontrato l’assessore regionale per la Difesa dell’Ambiente Donatella Spano che cosa è emerso? Quali risposte ha avuto?
«Abbiamo invitato l'Assessore a visitare Monte Arcosu perché è il modo migliore per farci conoscere, per raccontare la nostra storia, le nostre battaglie, i nostri obiettivi. In quanto alla questione Conservatoria, lo stesso Assessore ha tenuto a ribadire che non si tratta di sopprimere l'Agenzia, piuttosto di verificarne l'operato fino ad oggi e in caso riorganizzarla affinché sia più efficace. Come WWF abbiamo ribadito anche con una lettera al Presidente della Regione che la Conservatoria delle coste è uno strumento fondamentale per la tutela di un patrimonio così delicato come quello costiero e che la sua istituzione resta un merito e un'intuizione della Regione a cui non può più' fare a meno. Quindi ci attendiamo un rilancio, piuttosto che una rinuncia».
L’incontro con l’Assessore regionale per la Difesa dell’Ambiente è avvenuto nell’oasi Wwf di Monte Arcosu quali sono le iniziative che portate avanti per la tutela e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio naturale della Sardegna?
«L'oasi di Monte Arcosu è uno dei successi storici del Wwf. Era giusto parlarne e ribadirne il valore. Ricordiamoci che per tanti anni ha rappresentato l'unica vera area protetta dell'isola. Durante l'incontro, abbiamo presentato i risultati raggiungi in termini di conservazione, a cominciare dalla crescita costante del cervo sardo e del recupero dell'ambiente forestale, e quella che sarà la nuova fase della gestione, dedicata alle attività di sviluppo sostenibile. Inoltre abbiamo fatto presente quanto l'oasi sia strategica e importante per l'istituendo Parco di Gutturu Mannu, di cui Monte Arcosu è parte integrante. La nostra esperienza di gestione dell'Oasi non può che essere a disposizione per la nuova area protetta, da sempre voluta dal Wwf».
Quali altri luoghi della Sardegna suscitano particolare interesse naturalistico e di tutela della biodiversità al presidente del Wwf Oasi?
«In senso generale, credo che non possa mancare un Parco naturale del Gennargentu. Quanto è avvenuto in passato può essere oggi superato con atteggiamenti costruttivi e lungimiranti da tutte le componenti coinvolte. L'intero complesso naturale è una delle emergenze dell'intero Mediterraneo. Ci sono poi aree altrettanto di valore che andrebbero tutelate e gestite come aree protette, quindi con una protezione attiva del territorio. Sicuramente i rilievi interni, quelli forestali, le aree costiere, i sistemi di zone umide. Insomma quanto già prevede la legge regionale in materia. Personalmente sono legato ad alcune aree, su cui abbiamo lavorato come Associazione. Dallo stagno di Platamona all'Oasi di Seu nel Sinis, dall'area marina di Capo Testa all'area steppica nella piana di Ozieri, dove già esiste una nostra piccola oasi».
Di recente il Wwf Oasi ha stipulato un accordo con il Parco Nazionale della Maddalena, può dirci in che cosa consiste?
«Un accordo di collaborazione su progetti legati alla parte educativa e di recupero ambientale. Anche in funzione di una piccola oasi affiliata che è nata da poco a Santo Stefano, dove sono in cantiere iniziative pilota come modello per un turismo balneare responsabile e sostenibile».
|