D.C.
12 dicembre 2014
Coldiretti e Regione insieme per la mitigazione ambientale
Il convegno sul ripristino degli ambienti degradati con le aziende agricole, tenutosi il 10 dicembre, si è concluso con la presentazione di vari progetti riqualificativi da parte delle figure competenti coinvolte e con uno scambio di disponibilità a cooperare tra Coldiretti e Regione

OLMEDO - In una location insolita per un convegno, come la serra della Gemma Sud Mediterranea di Vittorio Cadau, è stato affrontato il 10 dicembre un argomento importante per le aziende agricole e per l’ambiente, quello della mitigazione ambientale nelle grandi opere, in particolare quelle stradali. Ripristinare ambienti degradati con le aziende agricole sarde è stato cioè l’oggetto della mattinata, nonché la via indicata dalla Coldiretti Sardegna, che ha trovato sostegno nel mondo universitario, nell’Anas e nella Giunta regionale.
Come ha specificato il presidente regionale della Coldiretti Battista Cualbu in apertura del convegno, in veste di moderatore «quello della mitigazione delle opere stradali con essenze locali ed il coinvolgimento delle aziende agricole sarde è un altro tassello del mosaico che in questi anni abbiamo costruito per dare nuovo vigore e forza ad un settore, quello agricolo, oggi dinamico e che, nonostante tutto, resiste alla crisi dando la possibilità ai giovani di realizzarsi anche in campagna con idee innovative». Da questo punto di vista, soddisfacente è stato il 2001, considerato dal direttore regionale della Coldiretti Luca Saba «un anno storico per il mondo delle campagne, perché è stato approvato il decreto legge 228 che ha introdotto il concetto di multifunzionalità, consentendo una rivoluzione culturale che oggi stiamo scoprendo».
Campagna Amica è infatti stata una delle conseguenze positive della norma, che ha permesso alle aziende agricole di vendere direttamente i propri prodotti, ma anche di raddoppiare il numero dei giovani occupati nell’agro, così come di stringere convenzioni con le amministrazioni pubbliche. Diversi poi sono stati gli interventi e gli esempi di mitigazione del territorio presentati dalle varie figure competenti coinvolte nel dibattito, come dall’Ingegnere veneziano Sebastiano Steffinongo, che ha raccontato l’esperienza del passante verde di Mestre, dall’agronomo Marco Pessini, che ha fatto capire quanto nelle grandi opere stradali sia necessario andare oltre le semplici mitigazioni, come per esempio far gestire le rotonde dai florovivaisti, creare parchi stradali o mettere a sistema i siti archeologici circostanti.
Sulla stessa scia d’onda della Coldiretti si è posta successivamente anche la docente universitaria di Sassari Grazia Maria Scarpa, che ha dichiarato: «la prima scelta negli interventi di mitigazione stradale deve essere per le piante autoctone che oltretutto richiedono meno manutenzione e permettono di ricreare l’equilibrio con le altre piante e con tutto il sistema naturale». Una filosofia che l’Anas sta già portando avanti nella vicina Sassari – Alghero, come sottolineato dall’ingegnere Elisa Boi, in rappresentanza dell’Anas. Le conclusioni sono state infine affidate all’assessore regionale ai Lavori Pubblici Paolo Maninchedda, che ha detto a nome della Giunta: «le aziende sarde sono già coinvolte ed è nostra intenzione proseguire ed incentivare questa strada. Penso però che questo non basti, occorre avere una visione di insieme e pensare ad uno sviluppo organico dell’isola che porti benessere e ricchezza, il tutto con il consenso dei cittadini».
A tal proposito ha messo il punto sulla questione informando su alcuni progetto futuri: «nel 2015 in Sardegna andranno in appalto 600milioni di euro per le infrastrutture e saranno realizzate partendo dai territori e dal rispetto dell’ambiente e coinvolgendo le aziende sarde. Per questo pensiamo di puntare sulle piste ciclabili per andare incontro ad un turismo in continua crescita. Percorsi che vogliamo condividere con i cittadini, le amministrazioni e le associazioni agricole». Disegni per la realizzazione dei quali la Coldiretti è stata invitata a collaborare, così che l’incontro si è concluso davanti ad oltre trecento presenti, con uno scambio di disponibilità reciproca.
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