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Red 7 febbraio 2015 video
Memoria negata: nuova lapide a Porta Terra| Video
L´impegno del Sindaco per restituire dignità agli algheresi. Sono ben 198 caduti algheresi, contro gli 82 che fino ad oggi risultavano ufficialmente, i cui nomi compaiono nella lapide che li ricorda nel monumento ai caduti


ALGHERO - «Ricostruiamo la memoria e restituiamo dignità agli algheresi morti nella grande guerra che non hanno trovato spazio nella lapide di Porta Terra». Così il Sindaco Mario Bruno, in occasione della presentazione del volume di Raffaele Sari Bozzolo "Vicini cent'anni - Alghero e la Grande Guerra '15 -'18", ha voluto oggi rendere un dovuto atto di rispetto ai giovani poco più che ventenni partiti per il fronte è mai più tornati. Sono ben 198 caduti algheresi, contro gli 82 che fino ad oggi risultavano ufficialmente, i cui nomi compaiono nella lapide che li ricorda nel monumento ai caduti al Portal.

«L’Amministrazione li ricorderà tutti, e lo farà con una nuova lapide che finalmente comprenda anche i 116 giovani dimenticati. È un dovere che abbiamo l’obbligo di assumerci per ricostruire memoria e verità nei confronti dei nostri concittadini». Mario Bruno e Gabriella Esposito, Assessore alla Cultura, hanno voluto rimarcare oggi l’impegno dell’Amministrazione a porgere le scuse agli oltre cento ragazzi (per la gran parte nati nel 1895-96) scomparsi nella grande tragedia della prima guerra mondiale i cui nomi sono stati dimenticati in un cassetto quando negli anni ’30 fu realizzata la lapide marmorea di porta terra.

Una lapide che in passato ha diviso profondamente non solo il mondo politico per l'attuale presenza sia di caduti partigiani - perchè l'Italia fosse libera e giusta - quanto di repubblichini di Salò caduti in guerra. Polemiche alimentate dall'allora sindaco Marco Tedde quando nel 2008 aveva portato la città di Alghero agli onori delle cronache nazionali in seguito alla censura istituzionale della popolare canzone partigiana "Bella Ciao" [GUARDA].

Ad un secolo da quel drammatico maggio 1915 "Vicini cent'anni", racconta di Alghero, come paradigma della storia di un'intera isola; Sari Bozzolo ricostruisce il reale numero degli algheresi morti al fronte, che risultano più del doppio di quanti fino ad oggi sono ricordati nella lapide marmorea del monumento ai caduti nel centro cittadino dagli anni '30 del secolo scorso. L'opera è il frutto di un importante lavoro di ricerca che Sari Bozzolo ha svolto partendo proprio dalla memoria e dai documenti conservati dai privati cittadini e dell'archivio storico comunale, incrociandoli con i dati, spesso incompleti ed imprecisi, dell'Albo d'oro nazionale sommati a quelli messi a disposizione dal Ministero della Difesa.




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