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Sara Alivesi 11:15
Alghero invecchia e non così bene
Alghero non è più un paese per giovani. Turismo tra gioie e dolori, in un territorio che ha puntato tutto su quello balneare ma che per restare competitivo nel lungo periodo dovrebbe diversificare l'offerta, migliorare i collegamenti e le infrastrutture, che invecchiano insieme alla popolazione
Alghero invecchia e non così bene

Alghero non è più un paese per giovani, per parafrasare il film dei fratelli Coen con protagonista il premio Oscar Javier Bardem. La popolazione invecchia: al 1° gennaio 2024, con un aumento di quasi 7 punti percentuali rispetto al 2023, raggiunge quota 199,8 anziani ogni cento giovani; la popolazione si "rimpicciolisce": i residenti, al 1° gennaio 2025, erano 41.956 abitanti, meno 345 in un anno; la popolazione muore più che nasce: nel corso del 2024 si sono registrate 168 nascite e 526 decessi con un saldo naturale negativo di 358 unità e l'indice di vecchiaia è aumentato di 21,5 punti percentuali in cinque anni, passando da 244,8 nel 2019 a 297,5 nel 2024. Numeri si dirà ma che fotografano un lento e inesorabile declino della quinta città della Sardegna, che triplica gli abitanti durante la stagione estiva ma che come diceva Ovidio Marras, il pastore che ha ispirato il film "Così va la vita": nosu biveus in s'ierru puru/no nasceus scesi in s'istadi aumenti faint is turistas (noi viviamo qui anche in inverno/non nasciamo solo d'estate come fanno i turisti). Marras lo aveva detto in un documentario girato nel 2005 sul Sulcis che viene ricordato nell'articolo di Myriam Mereu e Andria Pili su Jacobin Italia dedicato al successo del film di Riccardo Milani che racconta la storia e la battaglia legale di Marras, contro uno dei gruppi immobiliari italiani più potenti interessati al suo terreno per concludere un lussuoso resort a Capo Malfatano.

Aldilà di qualche stereotipo di troppo, la pellicola affronta oltre alla vicenda umana, i temi del turismo, della privatizzazione dei luoghi pubblici, della speculazione edilizia, di una terra che troppo spesso ha svenduto la propria identità e natura ma dove i giovani vanno via se non si accontentano della paga di qualche mese all'anno. La Riviera del Corallo non è il Sulcis che è tra le province più povere d'Italia e ha un tasso di disoccupazione del 30%, ma è comunque un territorio segnato da molte di queste problematiche, tra passato, presente e futuro. Nell'ultimo report Nomisma presentato nei mesi scorsi in città, Alghero vanta un forte radicamento della popolazione, con una rilevante percentuale di famiglie proprietarie di immobili che negli ultimi sono diventate secondo case inutilizzate o attività dedicate agli affitti brevi, aprendo così nuovi orizzonti ad un comparto ricettivo limitato solo agli alberghi, nemmeno troppo "giovani". Tuttavia, lo studio evidenzia che una famiglia su tre manifesta il desiderio di trasferirsi altrove; per il 33% delle famiglie che vivono in affitto o in proprietà con un mutuo, il canone o la rata del mutuo incide per più del 30% sul reddito mensile; la scarsa offerta annuale sta diventando una piaga sociale che le amministrazioni comunali non possono più sottovalutare, ad Alghero come in altre località con un forte potenziale turistico.

Turismo tra gioie e dolori, in un territorio che ha puntato tutto su quello balneare ma che per restare competitivo nel lungo periodo dovrebbe diversificare l'offerta, migliorare i collegamenti e le infrastrutture, che invecchiano insieme alla popolazione. L'Alguer è stata la "porta d'oro" del turismo nell'Isola dagli anni '60 e ancora oggi è stabilmente nel podio delle destinazioni vacanziere. Ma in quella strada e in quella visione è inciampata (se non proprio fermata) e si è sbiadita. Una oligarchia politica ed economica - come l'ha definita Giovanni Spano Baldassare del gruppo Poder popular in un'opinione pubblicata sulle pagine di questo giornale - non ha facilitato questo cambiamento, anzi. E ora a preoccupare ci sarebbero anche le infiltrazioni malavitose. Eppure a vedere il bicchiere mezzo pieno c'è sempre un tramonto sulla Muraglia ad emozionare, una giornata di novembre a più di 20 gradi, una comitiva di turisti tedeschi che si intravede in centro storico nonostante non ci sia più un volo internazionale, un bambino di sette anni a casa che mentre scrivi ti dice che la sua è la città più bella del mondo. E allora Sogna ragazzo sogna, non lasciarlo solo contro questo mondo. Non lasciarlo andare, sogna fino in fondo. Fallo pure tu.
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