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Attilio Dedoni 2 marzo 2015
L'opinione di Attilio Dedoni
Finanziaria regionale senz’anima
<i>Finanziaria regionale senz’anima</i>

Quella approvata dal centrosinistra è una finanziaria senz’anima, priva di un indirizzo politico, che rinuncia a fare scelte strategiche per cercare di superare la crisi economica. La maggioranza ha scelto di provare a galleggiare, anziché navigare, nel mare magnum dei problemi della Sardegna. Nella manovra non compare nessuna scelta strategica per rilanciare lo sviluppo: non si è scelta la scuola, non si sono scelte le imprese, non si è scelto il turismo, non si è scelta la cultura. Non si è scelto, ad esempio, di puntare sulla valorizzazione del nostro immenso patrimonio culturale per attrarre flussi turistici al di fuori dei mesi estivi e delle solite località balneari, il nostro più grande potenziale di sviluppo inutilizzato.

L’opposizione è riuscita, durante il passaggio in commissione, ad apportare qualche importante modifica che consentirà di limitare i danni, come quelli che potevano arrivare dai pesanti tagli all’istruzione proposti dalla Giunta, ma sono rimasti tutti gli ammennicoli, gli stanziamenti localistici, personalistici e clientelari che ingessano il bilancio regionale, riducendolo a un misero Bancomat al servizio dei bacini elettorali di alcuni esponenti della maggioranza. Sulla manovrabilità negli stanziamenti pesa l’enorme spesa corrente, figlia delle tante riforme mancate: quella della sanità, su tutte, che continua ad accumulare disavanzo e che nella seconda metà dell’anno costringerà a un assestamento di bilancio di lacrime e sangue, ma anche quella delle agenzie regionali e la non più prorogabile chiusura delle società partecipate, che anche quest’anno ingoieranno fiumi di denaro.

A peggiorare la situazione di un’Isola sempre più in crisi si aggiungono l’aumento dell’Irap, la mancata esenzione dall’Imu delle aziende agricole, la formazione professionale finanziata con zero euro, l’assenza di politiche attive per l’occupazione, fino all’insulto inconcepibile del fondo per il risarcimento dei danni alle vittime di calamità naturali, finanziato con un milione di euro mentre le popolazioni colpite dal ciclone Cleopatra nel novembre del 2013 aspettano ancora i 200 milioni promessi dal governo Renzi. Ma i problemi veri arriveranno quando ci si renderà contro che i soldi stanziati non potranno essere spesi, perché il vincolo del pareggio si applica non solo al bilancio di competenza ma anche a quello di cassa, vale a dire che possono essere spesi soltanto i soldi che si trovano materialmente nelle casse della Regione. La mancanza di una seria politica delle entrate, che metta al primo posto la riscossione dallo Stato di tutti i trasferimenti erariali dovuti ai sensi dell’art. 8 dello Statuto, farà sì che, nel momento in cui si arresteranno i flussi finanziari provenienti da Roma, la spesa regionale sarà bloccata e dalle casse non potrà uscire neanche un euro.

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