Raffaele Cadinu
8 giugno 2015
L'opinione di Raffaele Cadinu
Peccato, mi sarebbe piaciuto che il Parco...
Ho letto la replica “dell’attuale Cda del Parco di Porto Conte”, che riassume in poche righe la Sua estraneità ai fatti da me formalmente esposti alla Procura di Sassari, e che mi trova pienamente d’accordo. Ciò che invece con la presente vorrei rimarcare riguarda alcuni aspetti che stanno alla base della trasparenza degli atti pubblici, dei principi della giustizia e soprattutto della coerenza morale di chi è assuntore di un incarico professionale e/o scientifico che è di pertinenza di un bene collettivo…, cioè di un Bene Comune! … per usare un termine spesso abusato da chi si erge a paladino delle cose giuste ma che spesso però razzola male. Quello che ho voluto in parte rendere pubblico, oltre all’esposto, nasce dalla perplessità che il processo di redazione del Piano del Parco di Porto Conte preveda come Responsabile Scientifico una persona che si deve occupare del Piano di salvaguardia che è direttamente connesso, ovviamente, con i problemi della Laguna del Calich.
Apparentemente non vi è contraddizione, anzi! il Piano del Parco infatti è lo strumento che dovrebbe stabilire delle regole atte alla salvaguardia degli habitat e, nel caso specifico, alla salvaguardia del delicato ecosistema della Laguna del Calich, che purtroppo il Responsabile Scientifico nominato chiama però Stagno... Ho invero avuto modo di verificare anche alcuni documenti pregressi, quali La Valutazione Ambientale Strategica relativa al Piano Stralcio di Bacino Regionale per l’Utilizzo delle risorse idriche (vedi su google : 1_5_20060210104103), nel quale, sulla base degli studi del Prof. Sechi, “si richiamano i rischi legati a fenomeni di eutrofizzazione viste le previsioni effettuate proprio dal Prof. Sechi” (pagina 76 del documento). A quel punto sono andato a vedere i predetti studi, richiamati dal suddetto Piano Stralcio di Bacino, che per intenderci è quello strumento per il quale sono stati spesi diverse centinaia di milioni di euro in Sardegna.
Nello specifico è stato predisposto il Calcolo degli Indicatori Ambientali, (vedi google 1_5_20060503135855). Leggendo a pagina 10 del documento si evince il richiamo dell’appendice 4, nella quale è recitato: “si riportano sinteticamente le conclusioni degli studi condotti dal Prof. Sechi dell’Università di Sassari”. Bene!... a pagina 63 vengono richiamate le appendici dalla 1 alla 4, ma continuando a scorrere le pagine del documento, che è quello ufficiale del sito della Regione, si arriva solo all’appendice 3 mentre l’appendice 4, pur ripetutamente richiamata, non c'è!!. Eppure il Prof. Sechi nel proprio Curriculum Vitae (vedi google : 14965324/sechi-nicola-combioma) espone le Sue specializzazioni, dichiarando di essere il responsabile della redazione del Piano del Parco di Porto Conte e di aver partecipato alla redazione di diversi piani Urbanistici Comunali e dei piani ambientali della Provincia di Sassari. Allora sono andato a guardare il Piano Strategico Provinciale di Sassari (vedi google : PSP- Sintesi Del Metodo E Degli Scenari Assunti).
A pagina 35 del predetto documento sono riportati gli interventi per la gestione sostenibile del territorio, e nello specifico si individua oltre al potenziamento del sistema Temo Cuga, anche la depurazione e il riutilizzo dei reflui urbani di Sassari e Alghero e delle acque depurate del depuratore industriale di Porto Torres, per il loro impiego nelle aree limitrofe, cioè la Nurra. Infatti le acque depurate di Sassari verranno fatte conferire al Cuga tramite una condotta appena costruita costata 13 milioni di euro. A questo punto sono andato a leggere nelle ultime pagine i nomi dei “professionisti” redattori del predetto Piano e a pagina 39 si leggono oltre ad altri anche: il Prof. Vanni Maciocco, il solito prof. Nicola Sechi, il Prof. Michele Gutierrez, il Prof. Giacomo Oggiano, la Prof. Rossella Filigheddu, il Prof. Sandro Dettori, il Prof. Salvatore Madrau, tutti facenti parte del Comitato Scientifico del Piano del Parco di Porto Conte.
Cioè da una parte redattori del Piano strategico Provinciale che ha prescritto lo sversamento dei reflui depurati di Sassari al lago Cuga, quello che poi scarica le acque sino alla Laguna del Calich, e dall’altra redattori del Piano del Parco che deve evitare l’eutrofizzazione vietando gli sversamenti di acqua carica di azoto proveniente dai depuratori, che confluiscono però nel Cuga. Incredibile! Proprio la stessa Laguna che gli stessi Professori dovrebbero tutelare elaborando il Piano del Parco. Ecco l’incoerenza di cui parlavo e l’umiltà che gli stessi dovrebbero avere nell’affermare: ci siamo sbagliati!, la marea gialla è probabilmente una conseguenza di un Piano Stralcio sbagliato o superficiale!, abbiamo fatto studi, ma degli studi fatti e costati un sacco di soldi alla collettività non abbiamo tenuto conto, con gravi conseguenze ancora in atto!.
Mi sarebbe piaciuto, e credo non solo a me, che l’attuale Cda, oltre a prendere le distanze dai fatti descritti e da me contestati, prendesse soprattutto anche le distanze da questi signori, chiedendo chiarimenti pubblici in merito e, nell’eventualità a mio avviso molto verosimile dei fatti, chiedesse eventualmente le dimissioni dei responsabili per palese incoerenza con lo status di scienziati difensori dell’ambiente. Nella concreta possibile impossibilità (scusando il gioco di parole) che ciò avvenisse, ho quindi ritenuto opportuno inoltrare un dettagliato esposto alla Procura, comprensivo anche di risvolti riguardanti il Parco Geominerario e la società Ati Ifras, altra circostanza a mio avviso da verificare, almeno per cristallizzare i fatti nel tempo, così se non altro rimane traccia della vicenda per chi un domani si porrà le logiche conseguenti domande, e di come sia infine potuto accadere che a guardia del pollaio ci siano le volpi, tanto per rimanere in ambito faunistico ambientale.
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