Mariangela Pala
28 ottobre 2015
Comitato Asinara: «uno studio epidemiologico a Porto Torres»
Il Comitato Tuteliamo il Golfo dell´Asinara chiede all´assessorato regionale all´ambinete, Donatella Spano l´adeguamento del monitoraggio aria e un´indagine epidemiologica a Porto Torres

PORTO TORRES - «Non conosceremo mai i livelli di contaminazione dell’aria a cui sono stati sottoposti i cittadini di Porto Torres dall’insediamento del petrolchimico ad oggi, perché solo dal luglio 2012, ad attività industriale praticamente inesistente, è possibile verificare la concentrazione di benzene nell’aria grazie alla centralina Cenpt 1 (situata in via Pertini)». Lo denuncia il Presidente del Comitato Tuteliamo il Golfo dell’Asinara, Giuseppe Alesso che in occasione dell’incontro al Museo del Porto, con l’assessore regionale all’ambiente Donatella Spano ha consegnato a mano una relazione per chiedere l’adeguamento della rete di monitoraggio dell’aria, in base alle criticità ambientali specifiche del territorio,allo scopo di tutelare la salute dei cittadini.
In particolare, che la gamma di contaminanti dell’aria monitorata dalle centraline Censs4 e Cenpt1 sia urgentemente estesa ai composti organici volatili (Cov). E’solo dal gennaio 2015 che la centralina Censs4 (situata presso ponte Colombo) ha iniziato a produrre dati relativi alla concentrazione di benzene nell’aria, che risultano sempre più elevati (fino a quasi un ordine di grandezza su media mensile e fino al 300% su media annuale) rispetto a città più grandi e trafficate come Sassari ed Olbia. «Non sappiamo assolutamente nulla riguardo ai livelli di concentrazione di qualunque altro composto organico nell’aria di Porto Torres sebbene conosciamo con certezza che molti altri composti organici volatili (e cancerogeni) sono presenti in concentrazioni persino superiori a quelle riscontrate per il benzene», precisa il Presidente del Comitato.
Pertanto i soli dati relativi alla concentrazione di benzene nell’aria non possono ritenersi, secondo Alesso, in alcun modo rappresentativi del reale stato di contaminazione dell’aria. I risultati del rapporto S.e.n.t.i.e.r.i. si riferiscono a valori medi di incidenza, mortalità e ospedalizzazione, su una popolazione di circa 146mila abitanti distribuiti sul territorio del comune di Sassari, per l’85%, e Porto Torres, per il restante 15%. «Dunque, data la maggior prossimità e la conseguente maggior esposizione alle sostanze contaminanti delle zona industriale (già ampliamente confermata dai dati Arpas sul benzene nell’aria), è più che probabile che i dati dello studio S.e.n.t.i.e.r.i. già di per se allarmanti, risultino sostanzialmente sottostimati per i residenti nel comune turritano», afferma il Presidente Giuseppe Alesso.
Sono le ragioni che spiegano la richiesta del Comitato all’assessorato regionale all’ambiente, al fine di conoscere le reali conseguenze dell’inquinamento di origine industriale sulla salute dei cittadini, affinchè «la Regione Autonoma della Sardegna avvii immediatamente uno studio epidemiologico specifico ed esaustivo sull’incidenza e la mortalità tra i residenti di Porto Torres negli ultimi 30 anni per le patologie riconducibili all’esposizione ai contaminanti che caratterizzano il polo industriale turritano (tumori, linfomi e leucemie)», conclude Alesso sottolineando i pericoli a cui incorre la città che ospiterà nel suo territorio i nuovi impianti chimici del progetto della Chimica Verde a meno di tre chilometri dal centro urbano ed, in particolare da scuole primarie e secondarie inferiori, e in futuro rischia di dover accogliere nel suo territorio, o in prossimità di esso, un inceneritore dei rifiuti, oltre a quello già presente presso la darsena servizi del porto industriale, oggetto di opera di bonifica.
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