M. P.
20 novembre 2015
Porto Torres: al Liceo riflessioni sul terrorismo
Gli studenti del Liceo Scientifico, Linguistico e Sportivo dell’Istituto “Mario Paglietti” si sono riuniti in assemblea per meditare su quella che è stata la più cruenta aggressione in territorio francese

PORTO TORRES - Gli ultimi attacchi di Parigi, sferrati da gruppi armati ricollegabili all’Isis hanno sconvolto la popolazione mondiale. Questa mattina è stata dedicata al tema sul terrorismo, sulle guerre, sulle contrapposizioni ideologiche e religiose che stanno seminando morte e paura nel mondo. Gli studenti del Liceo Scientifico, Linguistico e Sportivo dell’Istituto “Mario Paglietti” si sono riuniti in assemblea per meditare su quella che è stata la più cruenta aggressione in territorio francese, dalla seconda guerra mondiale, ma anche per spiegare che non esiste distinzione tra le vittime del terrore.
All’assemblea era presente anche l’assessore alla Pubblica Istruzione, Antonella Palmas. «I ragazzi – afferma l’assessore – hanno espresso le loro idee e lo hanno fatto in modo creativo e originale, leggendo testi di canzoni simbolo, come Imagine, ed elaborando un racconto narrativo fatto di immagini e parole. Agli studenti ho voluto lanciare un messaggio, invitandoli a combattere la paura. È legittimo chiedere più controlli nel nostro paese e accettare anche un incremento delle procedure di sicurezza».
Diverse classi hanno preparato riflessioni e approfondimenti sulle zone che sono diventate teatri di guerra, sui gruppi che disseminano il terrore in Oriente e in Occidente, sui ragazzi italiani che hanno abbracciato l’ideologia della jihad, sul terrorismo che è fabbrica di morte non solo nel nostro Continente, ma anche nei paesi del Medio Oriente, dove si uccidono innocenti senza badare a distinzioni di religione. Nel corso della mattinata si sono susseguiti diversi contributi filmati che hanno riassunto la situazione geopolitica nei Paesi Arabi, gli affari economici dei paesi occidentali con gli Stati che finanziano i terroristi, la differente indignazione dei media in base ai luoghi che vengono colpiti dagli attacchi.
In chiusura è stata mostrata anche una piccola serie di interviste ai cittadini di Porto Torres che hanno fatto emergere una conoscenza non sempre profonda del fenomeno e una tendenza alla generalizzazione contrastata da coloro che, invece, hanno sottolineato le responsabilità occidentali nella crescita dei gruppi terroristici e la necessità di usare un’arma diversa, quella della cultura, per combattere il fanatismo religioso.
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