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A.B. 19 gennaio 2007
«Agricoltura, i sindaci chiedano lo stato di calamità»
La Coldiretti Sassari invia una lettera a dodici amministrazioni comunali. Tra queste, anche Alghero
«Agricoltura, i sindaci chiedano lo stato di calamità»

ALGHERO - Le variazioni climatiche dell'ecosistema stanno danneggiando l'agricoltura del nostro territorio. A testimoniarlo, questa volta, è una lettera inviata dalla Coldiretti Sassari alle amministrazioni comunali della Bassa Valle del Coghinas (Valledoria, Santa Maria Coghinas, Sedini, Viddalba e Badesi) e del circondario di Sassari (Alghero, Ittiri, Uri, Usini, Sorso e Sassari). Il documento, firmato dal presidente Giommaria Sassu e dal direttore Gianni Vacca, dichiara le perdite economiche delle imprese agricole impegnate nella produzione del carciofo. Il danno è stato causato da un anomalo andamento climatico, che ha concentrato la nascita dei capolini nelle piante in un periodo di tempo molto ristretto, e così ha provocato un’eccedenza di produzione. La grande quantità di prodotto ha causato, come insegna la più elementare delle leggi di mercato, il crollo del prezzo dell’ortaggio. Per risolvere la situazione, la Coldiretti invita i sindaci dei territori interessati, a rivolgersi direttamente all’Ispettorato Ripartimentale dell’Agricoltura, per attivare così le procedure utili all’accertamento dei danni provocati dall’evento climatico. L’intervento del Servizio Ripartimentale è indispensabile per dare poi il via al riconoscimento dello stato di calamità e per l’eventuale accesso dei benefici previsti dal Decreto Legislativo 102/2004. Il Fondo di solidarietà nazionale previsto dalla legge, ha infatti come obiettivo primario la promozione di interventi preventivi per far fronte ai danni alle produzioni agricole e zootecniche, alle strutture aziendali ed alle infrastrutture agricole, nelle zone colpite da calamità naturali o eventi eccezionali, naturalmente entro i limiti delle risorse disponibili.
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Si tratta di 300 euro per capo morto iscritto al libro genealogico, 210 euro a capo morto non iscritto e 8 euro per ciascun capo presente in allevamento al momento della segnalazione del focolaio



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