A.B.
4 aprile 2016
Puglia e Meloni a I mercoledì del Conservatorio
Mercoledì, saranno i suoni, i ritmi delle danze dell’Est europeo gli ingredienti del concerto proposto del clarinettista Antonio Puglia e del pianista Mariano Meloni ad avvolgere la Sala Sassu, a Sassari

SASSARI - Saranno i suoni, i ritmi delle danze dell’Est europeo gli ingredienti del concerto proposto dal duo formato dal clarinettista Antonio Puglia e dal pianista Mariano Meloni, mercoledì 6 aprile, nell’ambito della stagione I Mercoledì del Conservatorio, nella Sala Sassu, alle ore 19. I due musicisti, entrambi docenti al Canepa, ormai da oltre trent’anni danno vita a questo sodalizio, nel quale fanno coinvolgere le loro prestigiose esperienze in campo interpretativo grazie ad un affiatamento che trasforma le loro esibizioni in vere e proprie performances spettacolari: insieme hanno girato il mondo proponendo un repertorio che spazia dalla musica del 1700 e fino alla musica jazz e contemporanea.
Ad aprire l’appuntamento di mercoledì, le Sei Danze Popolari rumene scritte dal compositore ungherese Bela Bartok nel 1915, che rielaborano materiale musicale originario della Transilvania. Il magiaro è considerato uno dei pionieri dell’etnomusicologia ad inizio del Novecento, grazie alla passione, coltivata insieme all’amico Kodaly, che lo spinse ad intraprendere una ricerca sul campo che gli permise di raccogliere una considerevole mole di melodie popolari non solo del suo paese, ma anche provenienti dalla Romania, dalla Slovacchia e perfino dall’Anatolia, affascinato dalla freschezza e ricchezza di quel repertorio. Questa vitalità si coglie bene nelle sei Danze, piacevoli ed estroverse nei loro ritmi caratteristici senza nessuna manipolazione accademica. Ognuna delle sei danze, oltre al luogo di provenienza, reca un titolo che ne definisce il carattere e la destinazione d'uso. Abbiamo così, nell'ordine, “Danza col bastone”, “Girotondo”, “Sul posto”, “Danza del corno”, “Polca rumena” e “Passettino di Belényes”. Il riferimento a movimenti e passi di danza tipici delle diverse tradizioni contadine arricchisce la musica di connotazioni gestuali, accrescendo così l'evidenza plastica delle figure ritmiche e melodiche nel contesto tutto moderno del tessuto armonico e della veste timbrica.
Ideale prosecuzione di questo brano sono le Hungarian Folk Song and Variations, scritte dal compositore e clarinettista ungherese vivente Bela Kovacs. Professore nella rinomata Accademia Musicale Franz Liszt di Budapest, Kovacs ha composto una nutrita serie di Studi da concerto per clarinetto pensati come omaggi ad importanti compositori del passato. Queste danze sono state scritte in memoria di Zoltan Kodaly e del quale in qualche modo ne reinterpretano lo stile. Il programma della serata propone ancora un brano per la danza, ovvero le Dances Preludes di Witold Lutoslawsky. Nato in Polonia nel 1913, Lutoslawsky (morto nel 1994), compositore e direttore d’orchestra è considerato uno dei più importanti musicisti del Ventesimo Secolo. Una vita segnata da due conflitti mondiali che lo hanno costretto anche a sperimentare la fuga e il sopravvivere d’espedienti, l’impegno politico; tutto ciò ha permesso al musicista polacco di esperire l’esigenza di nuovi linguaggi espressivi, che sono stati la palestra nella quale ha coltivato le fondamenta di quello che poi sarebbe diventato il suo stile originale. Il brano proposto dal duo Meloni-Puglia è una trascrizione della versione originale pensata per clarinetto solista ed orchestra che fu composto nel 1955, periodo nel quale si trovò in rotta di collisione con il regime comunista il quale lo tacciò di formalismo, ostracizzandolo dalla vita culturale del paese. Si tratta di un brano dinamico, capace di coniugare suggestioni impressionistiche con la focosità stravisnkiana; nel 1991, fu poi coreografato da Miriam Mahdaviani ed il New York City Ballet.
In programma ancora la Suite Hellénique di Pedro Iturralde, sassofonista e compositore spagnolo vivente, che ha dato vita a questa accattivante Suite (di cui è conosciutissima è la danza Kalamatianó di apertura in 7/8), l’impianto jazz si mescola a suggestioni folcloriche e a contrastanti rapporti con splendide melodie funky o con i ritmi tradizionali di danza. La serata poi virerà nel repertorio Klezmer, genere musicale che fonde in se strutture melodiche, ritmiche ed espressive che provengono dalle differenti aree geografiche e culturali (i Balcani, la Polonia e la Russia) con cui il popolo ebraico è venuto in contatto. Meloni e Puglia proporranno una raccolta di sette brani che toccano un po’ tutto questo repertorio. Ed ancora alla cultura musicale ebraica mitteleuropea è ispirato “Sholom-Alekhem”, “rov Feidman!” ancora di Bela Kovacs, sinuoso e misterico, tecnicamente impegnativo ricco di sbalzi ritmici e coinvolgenti.
Nella foto: Antonio Puglia e Mariano Meloni
|