A.B.
5 settembre 2016
Pil, con +1,8% l’agricoltura salva la crescita
«Cresce il triplo dell’industria e più del doppio dei servizi», dichiarano i vertici di Coldiretti Sassari e Gallura

SASSARI - Il comparto agricolo contribuisce a sostenere il Pil in Italia grazie al +1,8percento del valore aggiunto che fa registrare l’aumento annuale più elevato con un tasso pari al triplo di quello dell’industria e più del doppio di quello dei servizi. È quanto emerge da un'analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sull’andamento del Pil nel secondo trimestre. La crescita del settore conferma le enormi potenzialità dell’agricoltura che, nonostante le distorsioni di filiera ed il flusso delle importazioni selvagge che fanno concorrenza sleale alla produzione nazionale, continua a far registrare una tendenza positiva.
«L’unica via per sconfiggere il falso “Made in Italy” è l’introduzione dell’origine in etichetta – afferma il direttore della Coldiretti Sassari e Gallura Ermanno Mazzetti - Solo così il consumatore sarà sempre informato sulla qualità e sulla provenienza delle materie prime che compongono il prodotto finale». Oltre all’introduzione dell’origine in etichetta, la Coldiretti è impegnata da mesi nella difesa del prezzo del grano, che attualmente non copre più neanche i costi di produzione o dell’alimentazione del bestiame. Il risultato è che oggi il grano duro per la pasta viene pagato anche 18centesimi al chilogrammo, mentre quello tenero per il pane è sceso addirittura ai 16centesimi al chilogrammo, su valori che mettono a rischio il futuro del granaio Italia.
Da pochi centesimi al chilogrammo concessi agli agricoltori dipende la sopravvivenza della filiera più rappresentativa del Made in Italy, mentre dal grano alla pasta i prezzi aumentano di circa del 500percento e quelli dal grano al pane addirittura del 1400percento. «In questo modo, si mette a rischio il futuro del prodotto simbolo del Made in Italy – dichiara il presidente della Coldiretti Sassari Battista Cualbu - Solo nel nord Sardegna sono circa duecento le aziende agricole che rischiano di vedere compromesso il proprio futuro. Non possiamo permettere che le speculazioni finanziarie mettano in pericolo i redditi di migliaia di famiglie che in tutta Italia lavorano in questo settore dell’agricoltura».
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