Ad intervenire è Enrico Daga, coordinatore Fipe e presidente interprovinciale dei Ristoratori
ALGHERO - Continua in città il dibattito sul recente decreto Bersani relativo alle liberalizzazioni, in particolare quelle che riguardano le attività di somministrazione alimenti e bevande. Liberalizzazioni che, anche ad Alghero, sono accolte con grande entusiasmo, come dimostrato dal
sondaggio online di Alguer.it. Provvedimento che di fatto, svincola tanti imprenditori dall’acquisto forzato di una licenza, garantendo la possibilità di veder crescere il numero di attività, a tutto vantaggio della libera concorrenza. Sono però molti, evidentemente, gli interessi che dietro le tanto "sospirate" liberalizzazioni si celano, perché queste possano trovare il pieno consenso tra le categorie coinvolte. Dopo il recente
chiarimento di merito del delegato algherese allo sviluppo economico Ninni Piccinelli arriva la soddisfatta risposta del Presidente interprovinciale dei ristoratori Enrico Daga, che ringrazia pubblicamente l’Assessore per “l’onestà intellettuale”, auspicandosi una futura collaborazione per l'approfondimento della materia. Materia che troverà certamente la sua definizione con l’approvazione del nuovo Piano Commerciale, come annunciato dallo stesso Piccinelli, ormai in fase di ultimazione. Ed è proprio in merito alla definizione del Piano che arriva la proposta al dialogo di Daga: «Siamo pronti a lavorare di comune accordo con l’amministrazione comunale, nonostante i tempi stretti che avremmo voluto evitare, purché il colloquio, non si riduca a vane promesse preelettorali, disattese, come purtroppo spesso accade, dopo il confronto elettorale. Rimane, la perplessità in merito al piano commerciale, che sarebbe già pronto ma senza alcuna concreta concertazione con le categorie coinvolte. Questo nonostante le richieste, da noi reiterate nel tempo, di organizzare incontri approfonditi, per favorire l’analisi comune del piano». Il piano commerciale merita un’attenzione maggiore secondo il rappresentante della categoria, per evitare di commettere errori. «La conferma ci giunge anche da esperienze non lontane dalla nostra, come ad esempio quella di Oristano, dove si legge dell’anarchia creatasi attorno alle licenze commerciali rilasciate in alte concentrazioni in alcune parti della città. Il risultato, dati alla mano, è quello di un calo del settore del 2,2% e l’assenza, d’altro canto, d’investimenti nella periferia, che invece rappresenta la naturale via d’espansione di una città».