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M.V. 16 ottobre 2007
Obbligatoria etichetta di origine sulla provenienza olive
Obbligatoria etichetta di origine sulla provenienza olive

ALGHERO - «Finalmente dopo anni di battaglie in piazza, grazie alla mobilitazione della Coldiretti i cittadini sardi potranno sapere da dove proviene l’olio che consumano tutti i giorni». È quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sassari Giommaria Sassu nel commentare positivamente l’emanazione da parte del Ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro del decreto sull’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle olive impiegate nell'olio vergine ed extravergine. L'obbligo, previsto dal decreto è un contributo alla trasparenza per impedire di “spacciare” come Made in Sardinia miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine, senza alcuna informazione per i consumatori. Un rischio reale se si considera che nei primi sei mesi del 2007, a livello nazionale, si è verificato un aumento record del 30 per cento degli arrivi di olio di oliva estero proveniente soprattutto da Spagna, Tunisia e Grecia, mentre la produzione nazionale è stimata in calo del 10 per cento rispetto allo scorso anno su valori di poco superiori ai 5 milioni di quintali, secondo le stime della Coldiretti. «Di fatto, oltre Ia metà dell'olio italiano e sardo venduto sul territorio nazionale - spiega Gianni Vacca, direttore di Coldiretti Sassari - è spremuto da olive di cui non si conosce la provenienza che, grazie al provvedimento, dovrà invece essere indicata in etichetta per fare finalmente chiarezza e consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli. Il decreto infatti prevede che sulle confezioni di olio d’oliva vergine ed extravergine siano indicati obbligatoriamente lo Stato nel quale le olive sono state raccolte e dove si trova il frantoio in cui è stato estratto l’olio. Se le olive sono state prodotte in più paesi, questi andranno tutti indicati» L’obbligo di indicare l’origine in etichetta consente ai produttori sardi di poter beneficiare in maniera ancora più positiva della recente certificazione “Olio extravergine di Sardegna Dop”. Con la protezione comunitaria del marchio infatti le caratteristiche qualitative dell'Olio extravergine di Sardegna risultano legate in modo indissolubile al territorio isolano e si procede sulla strada della salvaguardia dell’identità territoriale di un prodotto che è alla base della dieta mediterranea. La norma per l’indicazione di origine in etichetta consente di verificare oltre al marchio la reale origine delle olive impiegate e quindi anche di valorizzare gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono al paesaggio e all'ambiente. L'Italia è il secondo produttore europeo di olio di oliva, con due terzi della produzione extravergine e con 38 denominazioni (Dop/Igp), tra cui quella di Sardegna, riconosciute dall'Unione Europea, che sviluppano un valore della produzione agricola di circa 2 miliardi di Euro e garantiscono un impiego di manodopera per circa 50 milioni di giornate lavorative. Dal punto di vista commerciale nel 2006, a fronte di una produzione stimata in 630mila tonnellate, le importazioni di 430mila tonnellate superano nettamente le esportazioni pari a 280mila tonnellate.



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