Luciano Deriu Segreteria Legambiente Sardegna
6 febbraio 2004
Legambiente, raccolta di firme contro i “Nuovi Pirati” delle coste
Sabato 7 febbraio dalle 17,30 in Piazza Sventramento manifestazione in difesa delle coste sarde per un progetto di sviluppo alternativo che conservi il nostro capitale ambientale. Sarà presente il Presidente onorario nazionale Ermete Realacci

Una nuova genia di pirati minaccia le coste della Sardegna. Non i pirati barbareschi dei secoli passati, ma aggressori ugualmente devastanti per nostre coste. Un allarmante vuoto legislativo si è recentemente creato con l’abolizione degli ultimi Piani Territoriali Paesistici e la bocciatura regionale della legge di salvaguardia. Priva di elementari norme di protezione, la Sardegna appare oggi esposta ai più invasivi progetti di cementificazione. Schiere di uomini d’affari, imprenditori immobiliari, ma anche incantatori e faccendieri senza un soldo, sbarcano in Sardegna con la copertura di amministratori compiacenti. Le cifre della nuova ondata immobiliare sono drammatiche. Mezzo milione di metri cubi sulla costa di Olbia col progetto Costa Turchese, già approvato in Consiglio Comunale e in procinto di essere avallato dal Piano Urbanistico. Si tratta di un paio di alberghi e mille tra appartamenti e multiproprietà, una sorta di Olbia Due, affollata per due mesi, deserta per il resto dell’anno. Tra le tanta "opere" previste un canale che taglia la spiaggia per collegare il mare con un porticciolo da realizzare all´interno di quella che è attualmente una zona umida, determinandone la sua scomparsa.
Su Alghero, in pieno Parco di Porto Conte incombe il faraonico progetto Baroudi di seicento mila metri cubi per la maggior parte ville e appartamenti. A Is Arenas sono pronti 300 mila metri cubi di blocchetti di cemento su uno degli ecosistemi più fragili della Sardegna, dichiarato Sito d’Interesse Comunitario dall’Unione Europea. 200 mila metri cubi prevede il Piano Costa Dorata, tra Capo Malfatano e Capo Spartivento.
Altre montagne di cemento sono pronti per trasformare in maniera irreversibile le spiagge di Pula col raddoppio degli insediamenti, di Chia Laguna, di Villasimius, di Castiadas, di Cea, di Palau, del lido di Orrì, di Marina di Gairo.
Si profila sulle coste sarde un’inquietante città lineare di ben 64 milioni di metri cubi, quasi tutte seconde case. Non si salva neppure la fascia dei 300 metri dal mare sulla quale possono essere previsti particolari insediamenti.
Per realizzarli si chiedono ai sardi soldi a fondo perduto Si vede che Rovelli ha fatto scuola.
Noi sappiamo che il futuro della Sardegna può essere un altro. Sarà quello delle mille imprese che creano economie dalla messa in valore del nostro territorio, supportati dai fondi comunitari che, proprio per questo sono stati destinati alla Sardegna. Saranno imprese di servizi, imprese alberghiere che lavorano in filiera con le economie agricole, industrie di trasformazione e altre economie che non dissipino in maniera irreversibile il più importante capitale della Sardegna che è quello ambientale.
Sabato 7 febbraio dalle 17,30 in Piazza Sventramento Legambiente è presente con una raccolta di firme in difesa delle coste sarde per un progetto di sviluppo alternativo che conservi il nostro capitale ambientale. Sarà presente il Presidente onorario nazionale Ermete Realacci.
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