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Stefano Campus Vittorio Curedda Marco Di Gangi
10 febbraio 2004
Area Parco, il progetto Baroudi è irrealizzabile
Nessuno pensi di usare né il piano del Parco, né il PUC per stravolgere quanto la città ha finora salvaguardato e che il PRG ha pienamente recepito non consentendo, in alcun modo, la realizzazione di interventi diversi (come le ville che si intendono realizzare)

Senza “memoria storica” la nostra Città rischia di commettere errori che trent’anni fa evitò grazie alla lungimiranza dell’allora classe dirigente che, sostenuta da un’ampia partecipazione dei cittadini, bocciò clamorosamente l’affare Baroudi”.
Infatti sul finire degli anni “60 gli algheresi non si fecero ingannare dal faraonico progetto Baroudi e, dimostrando di non avere l’ ”anello al naso”, rifiutarono i “lustrini” in cambio della preziosità del proprio patrimonio ambientale, socio-economico e culturale. Oggi come allora il vero capitale del progetto, l’affare, il valore aggiunto dei terreni acquistati a poco prezzo, è la decisione del Consiglio Comunale di regalare migliaia di metri cubi che farebbero crescere di milioni di euro il valore economico della proprietà. Senza questo generoso regalo il progetto si rivela un clamoroso e fallimentare “bluff”, poiché prevede la realizzazione, con l’utilizzo di finanziamenti pubblici pari al 60% dell’investimento, di un paio di alberghi,” lo specchietto per le allodole”, e una marmellata di anonime seconde case, il “ bidone”, spalmate sulle pendici di Monte Doglia..
Pochi anni or sono, di fronte ad un nuovo tentativo del gruppo Baroudi di riproporre tale progetto, denunciammo quel rozzo tentativo di colonizzazione, che poi l’inchiesta giornalistica di Piero Mannironi fece conoscere a tutta la Sardegna dalle prime pagine della stampa isolana.
Baroudi ha comunque il merito di aver costretto gli algheresi ad uno scatto di orgoglio che ha prodotto gli anticorpi sociali e politici contro il virus del “mordi e fuggi” della speculazione edilizia che aggredì altre aree costiere.
Dovremmo quantomeno riconoscergli il cavalleresco “ onore delle armi ai vinti” dicendogli con chiarezza che il suo progetto è irrealizzabile, oggi ancor più di ieri, perché le norme del Piano Regolatore Generale della città, ulteriormente rafforzate dalla legislazione successivamente adottata, non consentono in alcun modo l’intervento proposto.
In tal modo gli faremmo risparmiare i soldi per mantenere la costosa “equipe” di progettisti, addetti alle pubbliche relazioni e intermediari politici, probabilmente tra i più interessati a sostenere il progetto e alle risposte equivoche e ambigue ( ne un si ne un no ma un “ si vedrà senza impegni”), con l’indubbio vantaggio di far lievitare le proprie parcelle professionali.
Nessuno pensi di usare né il piano del Parco, né il PUC, quando si deciderà finalmente di adottarli, per stravolgere quanto la città ha finora salvaguardato e che il PRG ha pienamente recepito, non consentendo in alcun modo, la realizzazione di interventi diversi. ( come le ville che si intendono realizzare).
Perciò il Sindaco e il Presidente del Parco parlino con il linguaggio della verità e dicano con chiarezza che l’integrità del territorio e della costa algherese, che hanno ereditato dai loro predecessori, è destinata esclusivamente alla valorizzazione ambientale con percorsi e strumenti di salvaguardia che rendano fruibile e produttivo il Parco di Porto Conte, con ricadute economiche e occupazionali.
Anziché tergiversare con interlocuzioni inutili, si diano risposte a quegli imprenditori turistici che da anni, con il loro lavoro, contribuiscono alla crescita economica della città e che attendono risposte per i loro progetti di adeguamento degli alberghi, al fine di accogliere il turismo invernale e di bassa stagione e non solo quello balneare.
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