All´indomani della pubblicazione del dossier curato dal Centro Studi del Circolo della Libertà di Alghero, prime reazioni politiche
ALGHERO – Non si placano le polemiche intorno al Parco di Porto Conte, sempre in primo piano in città. Dopo la burrascosa votazione in consiglio comunale di Antonello Usai alla presidenza, conseguente alla serrata lotta per la conquista della guida dell’ente, e la spaccatura creatasi in seno alla Giunta Tedde con le dimissioni dei due assessori di Alleanza Nazionale, a distanza di poche ore dalla pubblicazione del dossier curato dal Centro Studi del Circolo della Libertà di Alghero, ancora polemiche e malumori. Leggendo lo
studio curato nei tre anni di gestione (2003-2005) si sono spesi circa 455mila euro, pari all’80% dell’intera disponibilità economica dell’ente, per stipendi, gettoni presenza, fitti locali e benefit. Tutti soldi andati nelle tasche del “sistema politica”. L’analisi del Circolo della Libertà non va giù all’opposizione in consiglio, che per bocca del giovane Matteo Tedde, ribatte punto per punto alle osservazioni dello studio, ricordando come la minoranza abbia già presentato e discusso in Consiglio Comunale (per due sedute) le stesse problematiche descritte. Si dice “sorpreso”, perché «con una mozione le minoranze hanno già evidenziato i costi della struttura-parco ed hanno anche già proposto di nominare due tecnici quali membri del Consiglio di amministrazione dell’ente». Durante la discussione in aula, ricorda ancora Tedde, come si siano inoltre avanzate proposte in merito alle strategie operative che consentirebbero un miglior funzionamento del parco. «La stessa opposizione, subito dopo l’elezione degli organi direttivi e di controllo dell’azienda, ha pubblicamente espresso il proprio dissenso rispetto alle scelte effettuate dalla maggioranza, che hanno visto disattese tutte le nostre proposte». L’opposizione si occupa con precise azioni della questione parco da oltre due mesi, sottolinea Matteo Tedde, con elementi ben superiori a quelli dello studio del Circolo delle Libertà. «Ci meraviglia – conclude - che il Centro Studi non conoscesse tutte queste vicende».