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Red 10 luglio 2020
Roma colonia sarda: presentazione a Sassari
Questa sera, la Sala del Museo “Francesco Bande”, in Via Muroni 44, in occasione della 32esima edizione del Festival “Francesco Bande”, ospiterà la presentazione del libro di Bartolomeo Porcheddu. Dialogherà con l´autore Alessandra Scala, mentre presenterà la serata Inoria Bande
Roma colonia sarda: presentazione a Sassari

SASSARI –Oggi (venerdì), alle 20.30, nella Sala del Museo “Francesco Bande”, in Via Muroni 44, in occasione della 32esima edizione del Festival “Francesco Bande”, verrà presentato “Roma colonia sarda”, il nuovo libro di Bartolomeo Porcheddu. Dialogherà con l'autore Alessandra Scala, mentre presenterà la serata Inoria Bande. Il libro è composto da dodici capitoli.

Il primo capitolo, intitolato “Atlas” (Atlandide), è dedicato alle divinità primordiali, alla cosiddetta mitologia “sardo pellàsgica”, vale a dire alla Genesi o origine del mondo antico. Nel secondo, l’autore descrive le costellazioni del cielo, che per gli antichi sardi rappresentavano l’orologio o la bussola terrena. Attraverso l’osservazione degli astri, con la misurazione in gradi di meridiani e paralleli, i sardi potevano determinare la loro posizione sulla terra. Il terzo capitolo è dedicato ai pellasgi, indicati dagli scrittori greci antichi come coloro che abitavano la Grecia prima dell’invasione achea e dorica. Dai loro racconti traspare che i sardi-pellasgi erano vestiti di pelle esattamente come vengono descritti secoli dopo da Tito Livio. La lingua dei pellasgi era “barbara”, ovverosia non greca, e, rapportandola alla toponomastica antica, è evidente la sua radice sarda.

Nel quarto, indirizzato alla civiltà sardo antica, l’autore descrive la Sardegna delle origini, governata da nove popoli che dominavano il Mediterraneo intero dal Neolitico alla fine del Bronzo. In questo riquadro storico, è spiegato il significato intrinseco dell’originario nome della Sardegna (Sandalion, Icnusa, ecc.) e dei popoli che l’abitavano. Nei capitoli dal quinto al decimo, sono descritti, partendo da Occidente verso Oriente, i territori che bagnavano il Mediterraneo antico. In particolare, è stato dato ampio spazio all’Egitto, alla Grecia ed all’Anatolia antica, con le più importanti guerre, come quella di Troia, che hanno determinato cambiamenti epocali.

L’11esimo, il più ampio, è riferito alla storia sardo-latina, quindi alle origini di Roma e delle città laziali. In queste pagine, Porcheddu illustra la corrispondenza tra la civiltà sarda e quella romano latina, mettendo in evidenza che le origini della “Città eterna” sono prettamente sarde. L’ultimo capitolo, intitolato “La verità storica”, è relativo alla difficoltà dei sardi di oggi di far valere la loro storia e mostrare al mondo che i circa 20mila siti archeologici costruiti in Sardegna dal Neolitico alla fine del Bronzo sono il risultato di un trascorso glorioso che va oltre la fondazione di Roma o di Atene e si inoltra nelle origini della civiltà contadina nel Mediterraneo antico.

Nella foto: lo scrittore Bartolomeo Porcheddu



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