Red
28 dicembre 2007
1,2milioni per la Grotta Verde di Alghero
Il consigliere regionale Mario Bruno ha avanzato la richiesta all’assessore regionale all’Ambiente Cicito Morittu

ALGHERO - «Il finanziamento regionale di un milione e duecentomila euro per il progetto di sistemazione, conservazione e fruizione della Grotta Verde deve essere destinato all’Ente Parco di Porto Conte». Lo sostiene il consigliere regionale del Partito Democratico Mario Bruno che ha avanzato la richiesta all’assessore regionale all’Ambiente Cicito Morittu. «Si risolverebbero – sottolinea il consigliere algherese – due problemi: si renderebbe finalmente accessibile ai visitatori una delle bellezze naturali caratteristiche del territorio e, nel contempo, si offrirebbe al Parco Regionale di Porto Conte una consistente quota di autofinanziamento». L’intervento finanziario è previsto nell’intesa Regione-Nord Ovest della Sardegna in attuazione di un Accordo di Programma Quadro e l’assessore Morittu ha accolto la proposta di destinare il finanziamento all’Ente Parco. «Il progetto è particolarmente importante perché amplia l’offerta turistica algherese, creando anche una valida integrazione ed alternativa alla Grotta di Nettuno (che per ora è l’unica visitabile dell’intera Provincia di Sassari), che deve necessariamente essere chiusa in caso di avverse condizioni marine». La Grotta Verde, secondo quanto affermano gli esperti – prosegue Bruno - presenta caratteristiche uniche, non riscontrabili in nessun altra grotta dell’intera costa del Mediterraneo, sia in sotto il profilo naturalistico, sia sotto l’aspetto storico-archeologico. L’ingresso si apre a circa 80 metri sul livello del mare in uno scenario da cartolina. All’interno, nella zona visitabile, sono presenti imponenti stalagmiti alte fino a 15 metri tra rocce color verde scuro. Più avanti la grotta prosegue in vaste parti sommerse rese suggestive da grandi stalattiti, stalagmiti e colonne. Nella grotta sono stati ritrovati vasi e resti umani risalenti al Neolitico Antico (circa 5.500 a.C.). Periodo conosciuto in ambito sardo come “Cultura di Grotta Verde”. Ma quello che è particolarissimo, è che si tratta di un sito archeologico ora sommerso da ben 10 metri d’acqua. E’ inoltre presente un masso con graffiti preistorici, unici in ambito sardo, probabilmente sempre risalenti al Neolitico. Nella zona che verrà resa visitabile dai turisti c’è un altare paleocristiano dedicato a Sant’Erasmo con una piccola croce incisa su una colonna. Esplorazioni sommerse sono state effettuate nel 1975 dal gruppo Speleologico Algherese, e scavi archeologici nel 1979 da parte della Soprintendenza di Sassari e Nuoro. La grotta era già stata oggetto tra gli anni ’50 e ’60 di lavori (scalinate, cancello, gradini) per una fruizione turistica che non è mai stata avviata. Con l’intervento previsto nell’Accordo di Programma Quadro, il sito può essere visitabile con opportuni adattamenti, studiati per essere il meno invasivi possibile. «La destinazione all’Ente Parco del finanziamento per la Grotta Verde s’inserisce in un momento di rilancio dell’attività del Parco di Porto Conte che – conclude Bruno – necessita di una immediata riforma della sua legge istitutiva per permetterne la piena operatività e la certezza di risorse».
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