Dal 2016 a oggi ad Alghero sono stati 80 i beneficiari del programma “Junts” per l'accoglienza dei migranti che in città hanno trovato una casa, la possibilità di frequentare la scuola, un corso di formazione, uno stage o un lavoro. La storia di Famara, 19enne del Gambia, che sogna di diventare chef e ama il calcio
ALGHERO -
Junts "Uniti e insieme" è il nome (in algherese) e il significato (universale) di un progetto di accoglienza che da alcuni anni vede protagonista Alghero. Dal 2016 ad oggi sono stati 80 i beneficiari del programma Siproimi, ex Sprar, che in città hanno trovato una casa, la possibilità di frequentare la scuola o un corso di formazione, uno stage o un lavoro. La premialità del progetto che ha ottenuto un finanziamento triennale di quasi un milione di euro da parte del Ministero degli Interni è stata l'ideazione di un'accoglienza diffusa - ci sono quattro appartamenti in zone diverse - per un numero massimo di 20 ragazzi titolari di tutela internazionale (già con i documenti) per periodi che possono durare dai 6 ai 12 mesi.
«E' fondamentale seguire un percorso differenziato per ciascuno di loro, tenendo conto dall'età, della storia, delle ambizioni personali» è il messaggio che tiene a sottolineare l'assistente sociale del Comune di Alghero Valeria Sotgiu che segue i ragazzi insieme alla collega Chiara Lovisi. Mentre Antonio Bruzzì, operatore dell'Associazione Onlus "GUS" - Gruppo Umana Solidarietà "G. Puletti" di Macerata che ha vinto il bando per l'erogazione del servizio, spiega gli aspetti più tecnici di questo tipo di accoglienza attraverso l’orientamento e accesso ai servizi del territorio, la gestione della struttura, i percorsi per la loro autonomia, la programmazione degli interventi di accoglienza integrata e dei servizi di mediazione linguistico-culturale, di educazione e formazione, di accompagnamento all’inserimento lavorativo, abitativo, legale e di tutela. Una sinergia quella tra i diverti enti che sta funzionando negli anni e nell'avvicendamento dei governi cittadini. «Ciò che di buono è stato fatto in passato merita la continuità amministrativa» dice l'assessore ai Servizi Sociali Maria Grazia Salaris che guida il coordinamento di
Junts, un progetto che fin dai suoi primi passi è stato seguito dal referente del Comune Adriano Derriu.
Ognuno sta facendo la propria parte perché Alghero non dimentichi «la sua vocazione di città ospitale e accogliente» come ricorda l'assessore: la politica, l'associazionismo e soprattutto i ragazzi, i destinatari e veri protagonisti del programma. C'è Famara, arrivato appena quindicenne dal Gambia in un barcone e un viaggio da dimenticare che compirà 19 anni fra qualche giorno e studia all'Alberghiero per diventare uno chef. Il suo piatto preferito sono le lasagne, ha già seguito un corso da bartender e tra le sue passioni c'è il calcio, come la maggior parte dei suoi coetanei italiani. E poi c'è Brown che lavora alla reception di un noto hotel del centro, Lassana e Lucky in ristorante, Ajnaku in un panificio e Issaka in uno sfaciaccarrozze. Alcune di queste storie del programma sono state raccolte in un cortometraggio realizzato nel laboratorio di cinema di Andrea Mura dal titolo "Saluti dalla Sardegna". Tra le immagini scorrono le lettere degli emigrati italiani del passato insieme alle frasi a ritmo di rap delle vite più recenti di Momo, Ibrahima e tanti altri che come loro stanno inseguendo una vita migliore.