Red
17 marzo 2008
La Passione di Cristo nei canti dei Panta Rei
Mercoledì 19 marzo alle ore 21 la Passione di Cristo rivisitata attraverso i canti algheresi antichi

ALGHERO - Mercoledì 19 marzo, nella Chiesa di San Francesco, alle ore 21, il Coro Panta Rei di Alghero, dopo il lusinghiero successo ottenuto nella Rassegna dei Cori a Bonarcado, presenta "Canti di Passione", la Passione di Cristo rivisitata attraverso i canti algheresi antichi. Ad eseguirli i ragazzi dei Panta Rei: il coro si è rinnovato di recente e molti di loro hanno solo 13-14 anni, li tiene uniti l’amore per la canzone. Da poco è stato anche rinnovato il direttivo, che vede Tiziana Meloni Come Presidentessa, Eliana Salaris Vice Presidentessa, Stefania Ambroggi Segretaria e Nino Palmas Responsabile P.R. Il tutto ruota intorno al Coro diretto da Antonello Colledanchise. "Pare nostro major major", che racconta il sogno di Maria ed ha come oggetto i sermoni quaresimali così come erano in uso nel sec. XVI°, con l’elencazione delle sofferenze di Cristo in croce, secondo l’ottica di chi guarda da sotto la croce, in ordine ascendente, cioè dai piedi sino alla testa. "Lo plor de la Mare", il pianto della Madonna ai piedi del crocifisso, parla del dolore della madonna sotto la croce del figlio, ma anche dell’identico dolore delle madri dei due ladroni in croce. Il testo (scritto nel 1984 da A. Colledanchise e musicato da Pino Piras) vinse il primo premio di poesia Rafael Sari 1990. "Jesus a l’olivar" che narra di Cristo che prega nell’orto del Getzemani e viene tradito per tre volte, del suo arresto e della sua morte in croce. "La passió", un canto di Xù Terrat (Salvatore Corbia, 1827-1909) sulla passione di Cristo, la versione che viene eseguita durante la settimana santa è una riduzione e la musica, che originariamente aveva toni sardi, è un adattamento. Il canto originale è stato trascritto da Giovanni Palomba, quando l’autore era ancora in vita e porta il titolo di Lu Sancristus. "Lauda de la Passió" che tratta la passione di Cristo, attraverso il dialogo tra Gesù e la madre, con alcuni interventi del popolo, quasi sullo stile del Pianto della Madonna di Jacopone da Todi. "Maria a la botiga del mestra de llenya", costituisce un canto a sé: si canta da un paio di anni ed è la traduzione dall’originale di Fabrizio De Andrè "Maria alla bottega del falegname" (tratta da «La Buona Novella»), in cui Maria parla col falegname che costruisce le croci per Cristo e per i ladroni. "Jesucrist" la vita di Cristo un po' come dio, un po' come uomo: la sua rivoluzione e il suo messaggio di liberazione erano basati sull’amore. Ma saranno eseguite anche altre antiche canzoni religiose: come "Les dotze paraules", che appartiene a riti di tipo esorcistico-religioso, con funzione apotropaica; pare che i marinai algheresi la recitassero per far cessare le burrasche. Presenta delle lezioni anche in altre lingue del Mediterraneo: tra l’altro, esistono delle versioni in latino ed in sardo. Vengono inoltre presentate alcune antiche preghiere algheresi, risalenti ai secoli XIV-XVI: "A llit me colguí" e "A llit meu" sono due varianti evidenti di un unico tema, e insieme a "Camisa que me vist" e "Jo me colc en sepultura" facevano parte di un nucleo di preghiere che si recitavano la notte, prima di andare a letto. "Desperta-te, ánima mia" è invece una preghiera che veniva recitata in occasione della comunione. "Ave Maria" è una versione del 1974 tradotta dal latino in algherese. Quasi tutte le musiche di queste antiche preghiere, dove esistevano, sono andate perse: le musiche che oggi le accompagnano sono frutto di nuovi adattamenti musicali.
Nella foto una recente foto del coro Panta Rei
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