G.M.Z.
2 aprile 2008
Ryanair all’attacco del Governo: «Forzati a lasciare Alghero»
Il collegamento con Ciampino ancora oggetto di discussione. Secondo il vettore low cost la soppressione è opera del Governo. Appello alla Commissione Europea

ALGHERO – Nonostante l’entrata in vigore del decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 31 Luglio, che esclude dai sistemi aeroportuali di Milano e Roma gli aeroporti di Ciampino, Bergamo e Malpensa, modificando le norme della Continuità Territoriale sarda e l’annunciata riapertura del collegamento tra il Riviera del Corallo e Roma, per il solo mese di agosto, ancora problemi su Ciampino. La Ryanair punta il dito sul Governo italiano, reo, a detta del capo comunicazione Peter Sherrard, di negare ai consumatori italiani la scelta delle tariffe basse. Questo il senso delle dichiarazioni del dirigente della compagnia aerea irlandese nel corso di una conferenza, questa mattina. Secondo Sherrard si tratta di «ripetuti e illegali tentativi», messi in atto dal governo «per eliminare la concorrenza a tariffe basse ad Alitalia». Il problema poi, si sposta sull’aeroporto romano di Ciampino, una delle tre basi italiane della Ryanair. Nel 2005 - ha ricordato Sherrard - il governo ha costruito falsi reclami in merito al rumore all'aeroporto di Ciampino, che poi sono caduti, perchè la vera causa del rumore erano i voli militari e non Ryanair. Secondo il capo comunicazione di Ryanair, «nel maggio del 2006 il governo italiano ha imposto un monopolio illegale di continuità territoriale tra Roma e Alghero, forzando Ryanair a smettere di offrire tariffe basse su questa rotta, ed ancora oggi abbiamo problemi con la concessione degli slot a Ciampino e gli atterraggi in ritardo la sera». Il portavoce del vettore ha anche ribadito ancora una volta che se saranno costretti a lasciare Ciampino, allora non voleranno più sulla capitale, perché gli altri aeroporti regionali non sono idonei né tantomeno redditizi. Dalla compagnia fanno sapere di aver scritto una lettera indirizzata alla Commissione Europea, in cui si chiede un intervento per fermare i ripetuti tentativi del Governo italiano di negare ai consumatori la concorrenza. «La Commissione Europea deve iniziare a mettere al primo posto i consumatori davanti ai governi che violano le leggi».
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