Alguer.it
Notizie    Video    Alguer.cat   
NOTIZIE
SardegnaTurismo Alguer.it su YouTube Alguer.it su Facebook
Alguer.itnotiziealgheroCulturacultura › Occorre istituzionalizzare una vera Pianificazione Linguistica
Enrico Chessa
enrico_chessa@hotmail.com 12 aprile 2004
Occorre istituzionalizzare una vera Pianificazione Linguistica
La politica linguistica sarda deve tener conto della varieta’ di catalano parlata ad Alghero, ma anche il Municipio algherese si dovrebbe dotare di un ufficio di Normalizzazione Linguistica
Occorre istituzionalizzare una vera Pianificazione Linguistica

Accolgo con molto piacere, ma con certo disappunto, la risposta di Guido Sari alla mia lettera apparsa su questo stesso giornale. Con il mio intervento, infatti, esprimevo un mio pensiero con lo scopo – anche - di aprire un dibattito serio e civile sulle questioni da me evidenziate. E la replica del signor Sari potrebbe rappresentare l’inizio di un confronto di idee, opinioni, e proposte. Purtroppo, pero’, lo fa con dei toni eccessivamente aspri, e preferisce l’insulto, l’offesa e la denigrazione alla discussione garbata. E qui il mio disappunto! Il Sari non solo mi da’ dell’ignorante ma, invece di argomentare con dei ragionamenti articolati la sua posizione, mi attacca sostenendo che le mie considearzioni sono mosse da "aspettative frustrate e risentimenti personali che istigano la vendetta". Ovviamente, il Sari non mi conosce – ne’ pretendo che sappia chi sono! Ma proprio perche’ mi ignora non dovrebbe permettersi licenze di questo tipo. Chi mi conosce sa benissimo che non sono solito ostentare ne’ titoli ne’ meriti ma, alla luce delle affermazioni fatte dal Sari, e per rendere giustizia allo "scontro" in atto, mi vedo "costretto" a farlo.
Sono laureato in Filologia Catalana (Universita’ di Barcellona); ho completato un Master in Sociolinguistica (Bilingual Studies) ottenuto presso l’Univerita’ del Galles (University of Wales); ho lavorato per quattro anni come Lettore di Catalano presso l’Universita’ di Londra (Queen Mary and Westfield College), dove adesso seguo un corso di dottorato di ricerca in Sociolinguistica, che sto per concludere; ho presentato comunicazioni – anche su Alghero –, in convegni internazionali (Londra, Parigi, Canada, Galles, ecc.); al momento, collaboro con l’Institut de Sociolinguistica Catala. Dove albergherebbero, quindi, le mie aspettative frustrate? Verso chi dovrei avere risentimenti personali? Nei confronti di chi dovrei nutrire sentimenti di vendetta? Quando il Sari sapra’ dare risposte concrete a queste domande parli; per il momento taccia. La mia posizione in merito alla problematica trattata nella lettera e’ mossa da ragioni di altra natura – la passione per la sociolinguistica, l’amore che ho per Alghero, il mio spirito sardista … Ho ben altre ambizioni, caro Sari, e ben diverse da quelle che sottintende lei quando lancia la ingenua e priva di fondamento accusa delle "aspettative frustrate". Il punto, invece, e’ forse un altro. Sono sempre stato indipendente nelle mie scelte; ho lavorato, nel mio piccolo, con molta autonomia; mi sento piu’ che felice per quello che ho fatto e per come l’ho fatto. Oggi, per mia fortuna, delle mie decisioni, delle mie opinioni, delle mie scelte … non devo rendere conto a nessuno – tranne che a me e ai miei principi, ovviamente, ma questi sono solo problemi miei –; e posso, proprio in virtu’ di questo, esprimere cio’ che penso in assoluta liberta’. Cosa che altri, forse, non possono fare. Ma cio’ che piu’ mi rammarica e che Guido Sari, non volendo cogliere il senso del mio ragionamento, invece di imbastire un discorso che serva da base per un confronto civile, sposta, furbescamente, il nucleo della questione su un tema che io accenno, proprio per negarlo – la colonizzazione. L’ho gia detto in altre occasioni, un catalanismo esagerato potrebbe, da una parte portare a crisi di rigetto e sfociare in sentimenti di forte anticatalanismo; dall’altra, c’e’ il pericolo che si sviluppi un’identita’ e una varieta’ linguistica che non ci appartengono. Entrambe le alternative, da algherese, mi preoccupano. E’ ovvio che non e’ il colonialismo catalano in senso stretto a determinare una situazione tale ma, come appunto dico - "capovolgendo i termini del ragionamento" -, e’ la nostra incapacita’ a gestirci che ci sta portando ad essere cultura subalterna.
Si tratta, ahime’, di una forte critica a noi sardi per non rivendicare con forza una presenza del discorso linguistico all’interno delle Istituzioni – proprio come si e’ fatto in Catalogna. Del resto, la notizia che mi ha dato lo spunto per fare le considerazioni che ho fatto – il Parlamento Catalano che convoca le associazioni culturali – e’, per l’appunto, la riprova della forza istituzionale che riveste la lingua da quelle parti. (Non e’ assolutamente una manifestazione di odio verso i catalani, la mia; e smettiamola, per cortesia, di tacciare di anticatalanisti tutti coloro che hanno vedute diverse dalla vostre!)
L’idea che volevo, e voglio, trasmettere e’ che il tema del recupero linguistico dovrebbe svilupparsi a partire da delle basi diverse e da approcci nuovi. In termini concreti, auspico che, in Sardegna, ci si muova, e in tempi rapidi, verso l’istituzionalizzazione della Pianificazione Linguistica. Che una Politica Linguistica Sarda tenga conto della varieta’ di catalano parlata ad Alghero; che anche il Municipio algherese si doti di un ufficio di Normalizzazione Linguistica; e che la rinascita culturale di Alghero e degli algheresi si nutra del contesto socio-politico-economico-culturale sardo, al quale appartiene, e dei legami culturali con i Paesi di Lingua Catalana.
Il mio desiderio non e’ rompere con una realta’ culturale alla quale siamo, per forza di cose, legati. Ma bensi’ cercare di trovare il giusto equilibrio tra catalanita’ e sardita’. Per poter riappropriarci della nostra vera identita’ e poter essere gli artefici del nostro futuro (culturale).
Ha ragione, il Sari, quando dice che la perdita dell’identita’ e’ un fatto grave; e che il recupero della stessa e’ fondamentale per una possibile ripresa linguistica. Su questo punto mi trova perfettamente d’accordo. Cio’ che mi allontana dalla sua posizione e’ solo una diversa prospettiva. La sua – catalanista - lo porta a pensare che la cultura italiana e sarda rappresentino una minaccia per Alghero, per cui bisogna legarsi fortemente alla catalanita’ per tutelarsi. La mia, sardista, mi porta a pensare che la tutela identitaria deve tener conto dell’elemento sardo e della peculiarita’ catalana.
A mio avviso, un processo di recupero linguistico deve svilupparsi senza perdere di vista “l’ecosistema” in cui gli algheresi si muovono. Modificarne le strutture e sovrastrutture che lo compongono potrebbe creare degli squilibri sociolinguistici importanti. L’ecologia delle lingue ci insegna che, come per gli ecosistemi naturali, sconvolgerne l’equilibrio fra le parti che lo costituiscono potrebbe essere deleterio. Proviamo a partire da questo punto per discutere, con vedute differenti ma senza insulti, di politiche linguistiche da adottare per il bene di Alghero. Da parte mia c’e’ ampia disponibilita’ ad aprire un dialogo per poter affrontare in modo aperto, democratico, e civile il “problema” della lingua. A tale proposito lascio anche un mio indirizzo di posta elettronica, per chi volesse contattarmi.



Hosting provider Aruba S.p.A. Via San Clemente, 53 - 24036 Ponte San Pietro (BG) P.IVA 01573850516 - C.F. 04552920482

La testata usufruisce del contributo della Regione Sardegna Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport
Legge regionale 13 aprile 2017 n. 5, art. 8 comma 13

© 2000-2025 Mediatica SRL - Alghero (SS)