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S.A. 10 maggio 2024
Todde presenta i 10 assi del suo programma
La neo governatrice della Sardegna Alessandra Todde presenta questa mattina le sue dichiarazioni programmatiche nell´Aula del Consiglio regionale a Cagliari. Il suo discorso
Todde presenta i 10 assi del suo programma

CAGLIARI - «Poter servire come Presidente della nostra Regione Autonoma è per me un onore immenso e un compito di cui sento profondamente la responsabilità, conscia delle sfide che ci attendono ma anche delle innumerevoli possibilità che insieme possiamo realizzare. Aggiungo che essere la prima donna Presidente della Regione è un fatto storico, e lo è soprattutto perché anche qui da noi, da ora in avanti, questa potrà essere considerata una conquista di civiltà acquisita e non più come un evento eccezionale. La campagna elettorale è finita. Per quanto sia stata difficile e ruvida, ho sempre avuto chiara la distinzione del piano politico da quello personale. E sul piano politico voglio sempre e solo confrontarmi. In modo leale e costruttivo. Oggi sono la Presidente di tutto il popolo Sardo, di chi ha votato per noi e di chi ha votato per proposte alternative alla nostra, incluse quelle non rappresentate in questo consiglio. Sono la Presidente di tutti quei nostri cittadini che hanno deciso di non partecipare al voto. Per tutti, io e la Giunta che mi onoro di presiedere, ci impegniamo a lavorare ogni giorno con passione, integrità e trasparenza, mettendo sempre al primo posto il benessere e la prosperità di chi abita la Sardegna».

La neo governatrice della Sardegna Alessandra Todde presenta questa mattina le sue dichiarazioni programmatiche nell'Aula del Consiglio regionale a Cagliari. «In questo momento storico difficile, quando il pensiero corre spesso alle notizie su ciò che succede in parti del mondo dove anche un valore universale come la pace viene minato da più parti, è fondamentale costruire su di noi, partendo da chi e da come siamo, e riconoscere che la forza della nostra terra risiede nella sua gente, nella sua identità, nella diversità e nella varietà delle sue culture, nella sua storia, nella ricchezza delle sue tradizioni e della sua natura. La nostra missione comune, per la quale abbiamo bisogno della collaborazione attiva delle tante persone che lavorano nella Pubblica Amministrazione e di tutte le forze che in Consiglio regionale rappresentano i territori e i cittadini che li hanno votati, è quella di valorizzare ogni angolo della nostra amata isola, promuovendo lo sviluppo sostenibile e l’innovazione, l’inclusione sociale e la tutela dell’ambiente che ci circonda» ha proseguito la Todde che conta molto «sulla squadra che mi accompagnerà in questo viaggio. Non si tratta solo di un gruppo di professionisti ed esperti nei loro campi, ma di donne e uomini profondamente innamorati della Sardegna, determinati a spendere il loro sapere e le loro energie per il bene comune. È insieme a loro e a voi tutti che affronteremo, con visione e coraggio, le sfide presenti e future».

La Todde si appella ad «una mobilitazione collettiva a partire dalle cittadine e dai cittadini, servono una responsabilità condivisa e una buona dose di ottimismo pragmatico, per fare in modo che la Sardegna possa affrontare e superare le sfide del presente e del futuro con coraggio e con una chiara visione. Serve un'azione corale per superare le disuguaglianze, le povertà, le ingiustizie e la trascuratezza, per tutelare la salute, per promuovere un nuovo sviluppo innovativo e sostenibile e creare opportunità lavorative dignitose. La costruzione della casa del nostro domani non può essere rimandata oltre: il momento di agire è ora. È adesso che dobbiamo dare gambe ai propositi in base ai quali le elettrici e gli elettori ci hanno accordato la loro fiducia e assegnato l’incarico che siamo chiamati a svolgere». E rilancia «un percorso ambizioso, basato su dieci assi programmatici, che delinea azioni chiave in vari ambiti essenziali per il rilancio della Sardegna. Tra questi, voglio citare la rinascita dei servizi pubblici con particolare attenzione alla sanità ed ai suoi livelli essenziali, la promozione del "buon lavoro", lo sviluppo di un modello economico adatto e non subito dall'isola, il diritto ad una mobilità interna ed esterna che superi la nostra insularità e ad un'istruzione di qualità, l'investimento in autodeterminazione e la necessità di una rappresentanza adeguata a livello europeo e globale. La nostra visione enfatizza anche l'importanza di governare le transizioni tecnologiche come volano di crescita, amplificazione del nostro modello di sviluppo e semplificazione burocratica, contrastando la povertà e le disuguaglianze e promuovendo una crescita che tenga conto dell'ambiente, dell'istruzione e dei servizi essenziali. Vogliamo realizzare una transizione energetica che sia utile prima di tutto alla Sardegna e ai sardi, che mira al mantenimento dell'acqua come bene pubblico e ponga al centro paesaggio e ambiente, valori primari e beni non negoziabili. Non tollereremo speculazioni. Vogliamo investire sulla nostra identità culturale e linguistica. L’autodeterminazione, lo abbiamo detto, cammina sulle spalle di un popolo istruito. Un popolo consapevole di sé».

E conclude: «Nonostante i temi siano tanti, la visione è unica ed è quella di una Sardegna pacifica, sana, libera, solidale, inclusiva, europeista e sostenibile, dove la qualità della vita si basi su servizi efficienti grazie a un'amministrazione agile e capace di rispondere alle esigenze dei cittadini. Puntiamo a un'isola connessa, tecnologicamente avanzata e dotata di un tessuto imprenditoriale innovativo e competitivo. La Sardegna che vogliamo costruire è un luogo dove ciascun individuo dotato di istruzione, coraggio, creatività e spirito collaborativo, contribuisca attivamente alla vita politica, economica e sociale dell'isola e trovi compimento in una vita sana, piena e prospera, ed è per questo che stiamo lavorando e lavoreremo per fare in modo che la qualità della vita sia al centro delle politiche pubbliche, che l'efficienza dei servizi e un'amministrazione snella siano a servizio dei cittadini, che l'economia cresca in armonia con l'ambiente e che ogni persona possa trovare un lavoro che non solo sostenga, ma che accompagni e arricchisca la vita. Vogliamo ricreare il patto generazionale tra i nostri giovani, che devono avere da noi gli strumenti per creare in Sardegna il loro presente ed il prossimo futuro e i nostri anziani che sono i custodi dei valori e della conoscenza delle nostre comunità».



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