Red
1 luglio 2008
L´Italia fa più figli, mamme sempre più vecchie
Nel 2006 sono stati registrati nelle anagrafi comunali 560.010 nati, circa 34.000 in più rispetto al 1995. Si alza a 31 anni l´età media per diventare madri e solo l´11% dei bimbi ha una mamma under 25. Raddoppia anche la percentuale di nati da genitori non coniugati

ROMA - L'Italia fa più figli, ma le neo-mamme sono sempre più "anziane". Lo segnala l'Istat nella rilevazione, "Natalità e fecondità della popolazione residente: caratteristiche e tendenze recenti", dove si rivela che nel 2006 sono stati registrati nelle anagrafi comunali 560.010 nati, circa 34.000 in più rispetto al 1995, anno in cui si è registrato il minimo storico delle nascite e della fecondità (526.064 nati), e poco più della metà dei nati del 1964, anno in cui in Italia si raggiunse il massimo storico (1.035.207 nati). Era l'apice del cosiddetto baby-boom, a cui sono seguiti 30 anni di calo delle nascite. Raddoppia anche la percentuale di nati da genitori non coniugati: dall'8,1% del 1995 al 16,7% del 2006 (oltre 93.500 nati). L'incremento più consistente è al Nord, dove i nati da genitori non coniugati arrivano a superare il 20%. Prosegue l'aumento dei nati da coppie di genitori stranieri: nel 2006 sono quasi 58 mila, pari al 10,3% del totale dei nati della popolazione residente. Questa proporzione sale al 14,3% se si considerano anche i nati da coppie miste (circa 22 mila). A livello territoriale, poi, a registrare un aumento delle nascite sono solo le regioni del Centro e del Nord, mentre al Sud e nelle Isole prosegue il fenomeno della denatalità. Tra il 1995 e il 2006, il record delle nascite va all'Emilia-Romagna con un aumento di quasi il 42% di nati in più. Da notare che la stessa regione, a metà degli anni novanta, riportava i livelli di fecondità in assoluto più bassi. Tra le regioni del Centro e del Nord, si osservano degli incrementi compresi tra l'8% del Trentino-Alto Adige e il 26% della Lombardia. Nelle regioni del Sud, al contrario, si osserva nello stesso periodo una contrazione delle nascite compresa tra l'1% dell'Abruzzo e il 21% della Basilicata.
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