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Red 30 ottobre 2008 video
Scuola, è sciopero generale
Manifestazioni di dissenso in tutta Italia. «Mai un Governo aveva investito così poco sull´edilizia scolastica dal dopo-guerra ad oggi». Cortei bipartisan per dire no ad una politica di soli tagli


ROMA - La protesta studentesca s'intensifica nel giorno dopo l'approvazione del decreto Gelmini da parte del Senato della Repubblica: 162 i voti a favore, 134 contrari e 3 astenuti. Ma la fine del percorso parlamentare della discussa "riforma" non placa le polemiche fra gli schieramenti politici. All'orizzonte c'è il referendum abrogativo.

Tutte le scuole e istituti d'Italia si fermano in segno di dissenso: E' sciopero generale. Quasi totale l'adesione in tutte le città della Nazione. Sono decine di migliaia le adesioni nella Capitale, nonostante il cattivo tempo.

Manifestanti arrivati da tutta Italia a Roma (migliaia i pullman speciali e i treni), dove ha preso il via il grande corteo con partenza da Piazza della Repubblica, per arrivare in Piazza del Popolo, dove per la Cgil parlerà il segretario generale Guglielmo Epifani. Migliaia le bandiere e i palloncini al vento per dire no alla ministra Gelmini e a quella che viene considerata una "legge di soli tagli".

Cortei e manifestazioni parallele sono previste anche nelle principali città capoluogo di provincia e regione: da Torino a Catania, Cagliari, Milano (almeno 20 mila i manifestanti), Palermo, Navona, Firenze, Padova, Siracusa, Cuneo, Bergamo, Cosenza. Anche a Sassari studenti, insegnanti, genitori e il personale Ata, ha dato il via ad un corteo di protesta con partenza da Piazza dell'Università (presente anche la "Resistenza Studentesca" del "Comitato Taglia la Gelmini" di Alghero).

Si contestano il ritorno al maestro unico ma soprattutto i tagli indiscriminati che colpiscono indistintamente insegnanti, studenti e ricercatori. «Mai un Governo aveva investito così poco sull'edilizia scolastica dal dopo-guerra ad oggi», è il grido d'allarme di migliaia di manifestanti senza colore politico. «Si cerca di far entrare le manifestazioni pacifiche di dissenso ad una non-riforma per contestazioni politiche, una bugia strumentale di un Governo che non ha a cuore il futuro della scuola pubblica», attaccano con forza decine di insegnanti pro-Berlusconi.




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