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A.B. 30 ottobre 2008
Sfrattato il Centro Culturale Sardo di Milano
Non è stata proposta nessuna sede alternativa. Il presidente Abis chiede la revoca al sindaco Moratti
Sfrattato il Centro Culturale Sardo di Milano

MILANO – Il Centro Culturale Sardo di Milano ha ricevuto lo sfratto dalla sede storica di Via Ugo Foscolo 3, senza alcuna proposta di sede alternativa. Il Cscs, tramite il proprio presidente, Pierangela Abis, ha chiesto al sindaco Letizia Moratti ed a tutto il Consiglio Comunale, che venga revocato e si apra subito una trattativa per trovare una soluzione, visto che il Centro non è un corpo separato ma un'importante Istituzione della Città di Milano.

La situazione, messa in rilievo da un’interpellanza consiliare presentata lunedì scorso, la stampa locale si è nuovamente occupata del caso, visto che, il Cscs è importante e conosciuto nel milanese, visto che svolge attività da quaranta anni, ha oltre mille iscritti e rappresenta circa tredicimila cittadini sardi a Milano e ben venticinquemila in provincia.

«Il Centro Sociale Culturale Sardo rappresenta una delle più importanti Regioni d'Italia e una comunità positiva, lavoratrice, che ha un rigore etico e che viene rispettata ovunque perché figlia di una grande civiltà. Un’icona della Sardegna e un punto di riferimento culturale di questa città (un terzo degli iscritti sono cittadini milanesi), a cui abbiamo dato sempre un grande contributo e di cui ci sentiamo parte integrante», spiega il presidente Abis, che prosegue «è arrivato ora lo sfratto esecutivo e abbiamo solo qualche settimana di tempo per sgomberare i locali.

Stiamo aspettando l’ufficiale giudiziario che naturalmente chiederà l’intervento della forza pubblica. Siamo stati ricevuti dall’assessore al Demanio al quale abbiamo anche inviato una relazione riassuntiva della nostra situazione. Abbiamo scritto al sindaco Moratti, ma senza successo. E’ stata portata avanti un’interrogazione consiliare. Vorremmo essere ricevuti dal sindaco – conclude Abis - e la nostra richiesta è quella di rimanere nella sede fino alla scadenza (il contratto scade nel 2010) e avere dallo stesso Comune almeno la proposta di una sede alternativa. Stiamo organizzando una grossa manifestazione per lunedì 1 dicembre, alle 18,30, davanti a Palazzo Marino.



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