Il deputato eletto ad Alghero, è tra i principali sostenitori della proposta di legge sull’edilizia urbana
ALGHERO – 135 miliardi di euro di investimento, con una possibile creazione di 750 mila posti di lavoro e che interesserà 746.226 edifici su tutto il territorio nazionale, con 15.475 da demolire e 59.041 da ristrutturare. Questi i numeri del “Piano di riqualificazione”, una proposta di legge sull’edilizia urbana che vede, in testa agli ottantasei deputati firmatari, Mauro Pili e Paolo Vella.
Di rilievo anche i numeri che riguardano la Sardegna, con 7,8 miliardi disponibili, 45 mila ipotetici posti di lavoro e 34.311 abitazioni potenzialmente interessate ai lavori (tra queste 714 da demolire e 4864 da ristrutturare). Per Pili, questo è un nuovo “Piano Marshall”, un’autentica riqualificazione nazionale, con un miglioramento del patrimonio edilizio, salvaguardando l’ambiente e, nel contempo, mettendo un freno ai regali volumetrici che spesso avvengono senza quei miglioramenti energetici auspicati.
Tra gli artefici della proposta, c’è l’architetto Paolo Vella, ex direttore regionale alla Tutela del Paesaggio ed eletto nelle file del Pdl nel Collegio di Alghero. Vella ha sottolineato l’importante impulso che questa opzione potrebbe dare alla chimica sarda, produttrice di polietilene, polipropilene, poliuretano e polistirolo espanso, nonché di lana di roccia (ottima per l’isolamento termico e termoacustico e buona per la reazione al fuoco) e di sughero, materiale assolutamente naturale riscoperto nella bio edilizia, con caratteristiche fisico-chimiche adatte all’utilizzo, con elevatissima elasticità ed impermeabilità ai liquidi ed ai gas, oltre ad essere un ottimo isolante termico ed acustico e abbondantemente resistente all’usura ed al fuoco.
Come spiegato da Agostino Ghiglia, capogruppo del Pdl in Commissione Ambiente, la proposta di legge si potrebbe anche trasformare in un maxi emendamento al decreto “Casa qualità”, già in itinere e riguarderebbe non solo le abitazioni mono, quelle bifamiliari e per le strutture alberghiere-ricettive di tipologia turistica., ma anche interi quartieri, che diventerebbero delle isole a consumo energetico ridotto, all’interno delle città. In caso di ristrutturazione, c’è possibilità di aumentare del 20percento la cubatura, mentre in caso di demolizione e totale ricostruzione, si può arrivare fino al 35percento.
Queste percentuali sono attuabili solo in presenza di una ristrutturazione energetica che rientra nelle categorie “A”, “B” o “C”. In Italia, attualmente, il 95percento delle abitazioni è inserito nella categoria “G”. Le modifiche, porterebbero ad un risparmio evidente, perché, per esempio, chi oggi ha un appartamento categoria G di centocinquanta metri quadrati, ha spese energetiche pari a duemilatrecento euro annui, mentre uno di categoria A ne spenderebbe soli duecento, grazie all’utilizzo di materiali naturali e pannelli per energie alternative. Oltre ad un vantaggio economico, ce ne sarebbe anche uno ambientale, visto che l’emissione di Co2, diminuirebbe in un anno, dai 35 chilogrammi a metro quadrato a 5,8.
Nella foto: l’onorevole Paolo Vella