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Antonio Sini 3 settembre 2004
I dipendenti RyanAir protestano solo online
Il sindacato inglese Itf lancia un website con l’obiettivo di mettere in comunicazione i dipendenti della compagnia aerea, accusata di essersi rifiutata di negoziare la paga e le condizioni di lavoro dei lavoratori
I dipendenti RyanAir protestano solo online

Volare che fatica, ma non bisogna dirlo. Immaginiamo quanto costi fatica, richieda grande dispendio di energie il dover pilotare un vettore aereo, ma mai ci siamo chiesti quali siano i tempi di recupero, delle reali necessità fisiche di un uomo che fa questo lavoro. Se poi la compagnia è una di quelle low cost, con una filosofia di mercato emergente, nell’era della globalizzazione, non troviamo granchè di speciale che gli operatori di Ryanair “non si possano lamentare”. Noi algheresi conosciamo la compagnia Ryanair solo perché in città ha portato migliaia di turisti dal nord Europa, anzi abbiamo appreso con grande soddisfazione che la compagnia aerea inglese vorrebbe tagliare il traguardo del milione di persone trasportate in un anno. Un gran numero, un risultato clamoroso, da far gridare al miracolo per una compagnia che si sta concentrando per il raggiungimento dell’obiettivo. Guardata all’inizio con un pizzico di scetticità, con il tempo è riuscita con i fatti, ovvero con persone trasportate, a convincere tutti della bontà della sua impresa e della sua filosofia di lavoro. Ma dietro questo, dietro i traguardi raggiunti ci sono sempre e comunque degli uomini. Ed ecco il rovescio della medaglia.
Il sindacato dei trasporti (Itf, International Transport Workers´ Federation) ha lanciato un sito internet per mettere in comunicazione i dipendenti della compagnia aerea Ryanair. Il website si chiama ´Ryan-be-fair.org´ (giustizia nella Ryanair) e vuole consentire libere discussioni tra colleghi i cui nomi registrati rimarranno segreti per non mettere a rischio il posto di lavoro. Per i sindacati, la Ryanair si e´ sempre rifiutata di negoziare con loro la paga e le condizioni di lavoro dei suoi dipendenti. Questa notizia, quantomeno curiosa, è stata lanciata ieri dalle agenzie di stampa. Noi che ad Alghero vediamo la compagnia inglese attivissima sul mercato del trasporto passeggeri, abbiamo pensato che i sindacati fossero esigenti solo in Italia, ci pare invece che nel Regno di sua maestà sia altrettanto, solo che oltremanica pensare a un’azione di forza, leggi mettersi contro il datore di lavoro o pensare a uno sciopero, equivale a bruciarsi il posto di lavoro, ad autolicenziarsi. Certo che non è una grande conquista quella di parlar dei propri problemi, sofferenze e stress via chat on line, mantenendo l’anonimato garantito. E’questo è il pegno che si deve pagare nell’era della globalizzazione e del liberismo sfrenato?



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