A.B.
29 ottobre 2009
Cagliari: Cinema per comunicare oltre il disagio
Il progetto è nato grazie al supporto dell’ Assessorato Regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport

CAGLIARI – Domani, venerdì 30 ottobre, alle ore 16, nella “Sala Centro Iniziative Sociali”, in Piazza del Carmine 4, a Cagliari, il corso di laurea di Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica, presenterà il progetto “Il Cinema per comunicare oltre il disagio”, un’iniziativa nata grazie al supporto dell’Assessorato Regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport grazie alla Legge Regionale per la diffusione della didattica del cinema (LR 22/9/2006 anno 2008).
Il progetto ha prodotto, grazie all’impegno di artisti sardi, quattro cortometraggi sul disagio mentale. Hanno lavorato come interpreti ai film, un gruppo di ragazzi di una casa famiglia “ad alta intensità terapeutica”, ragazzi con disagio mentale, alcuni dei quali gravati da misure restrittive.
Si è così sperimentato come il cinema possa facilitare il raccontarsi, ma anche il raccontare storie altrui, che significa il porsi nella prospettiva di un altro. Elementi, entrambi, estremamente utili in riabilitazione e più in generale nella terapia. Se infatti la psicosi determina una storia di vita interrotta, raccontarsi può voler dire, in qualche modo, ricostruire una trama di vita. Se delirio è un giudizio che rifiuta il confronto, imparare a raccontare gli altri significa imparare a confrontarsi, a capire, immedesimandosi, le ragioni dell’altro.
Per gli stessi artisti che hanno lavorato alla produzione dei cortometraggi ed hanno insegnato cinema nel corso di laurea di Tecnico della Riabilitazione, l’obiettivo era che da questa esperienza potesse nascere l’inizio di un percorso, lo stimolo ai futuri professionisti della riabilitazione perché il cinema possa essere fra gli strumenti di lavoro e nel bagaglio culturale.
L’ultimo cortometraggio ha visto gli stessi studenti impegnati collettivamente alla stesura della sceneggiatura costretti, in un gioco didattico, ad applicare la tecnica del “problem solving” per raggiungere l’obiettivo. E’ il metodo che si insegna alle famiglie con un membro affetto da psicosi a sconfiggere i conflitti conseguenti allo stress della convivenza con il disagio. Una scommessa per capire se ciò che si andrà a proporre funziona veramente.
Nella foto: L’assessore regionale Maria Lucia Baire
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