Red
23 dicembre 2009
Reperti romani trafugati, 50enne denunciato
I reperti sequestrati presumibilmente durante una battuta subacquea, saranno affidati alla custodia ed all’esame della Soprintendenza turritana. Denunciato un cinquantenne olbiese

OLBIA - Nel corso delle ordinarie attività di controllo economico del territorio, svolte quotidianamente dai finanzieri del Nord Sardegna, trova spazio anche una importante operazione in materia di tutela del patrimonio artistico ed archeologico, un patrimonio continuamente esposto ai molteplici rischi di manomissione, degrado e sottrazione, in considerazione dei rilevanti interessi economici che muovono il mercato clandestino.
Nella giornata di martedì, i militari della Guardia di Finanza di Olbia, attraverso l’esecuzione di indagini di polizia giudiziaria, tese al contrasto dell’illecito traffico di reperti archeologici e di opere d’arte, hanno recuperato e sequestrato 11 reperti di interesse archeologico di probabile epoca Romana, a carico di un cinquantenne olbiese che li custodiva presso la propria abitazione per fini ancora sconosciuti e per i quali è ancora in corso specifica attività di indagine.
Dai primi contatti intrapresi dai finanzieri olbiesi con i periti competenti all’esame sulla provenienza dei reperti sequestrati, si è potuto apprendere che il materiale ritrovato nel pomeriggio di ieri è da considerarsi di primissimo livello, avuto riguardo alle dimensioni dei singoli pezzi ed al loro stato di conservazione, quasi ottimale.
In particolare, i reperti sottoposti a sequestro constano di 2 anfore di circa 75-100cm intere, di epoca presumibilmente romana; 1 coccio di anfora (parte superiore) e 8 articoli di vasellame vario (piatti, coppette, vasetti) in condizioni ottimali di conservazione. Il materiale rinvenuto è stato sottoposto a sequestro ed è ora a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Tempio Pausania, che ne consentirà il successivo esame a cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sassari. Il detentore dei reperti è stato denunciato.
Nella foto: parte del materiale sequestrato
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