G.M.Z.
10 gennaio 2010
Rifiuti, rivolta in Sardegna di 38 comuni
Stato di agitazione del territorio, con ben 38 comuni del sassarese che si rifiutano di firmare le convenzioni con la regione Sardegna in merito ai nuovi criteri di conferimento dei rifiuti nelle discriche

SASSARI - Stato di agitazione del territorio, con ben 38 comuni del sassarese che si rifiutano di firmare le convenzioni con la regione Sardegna in merito ai nuovi criteri di conferimento dei rifiuti nelle discriche di Coldianu (Ozieri) e Scala Erre. I primi cittadini contestano aspramente i rincari della nuova tariffa di conferimento per la frazione secca residua (94,91 euro/ton, contro i precedenti 65 euro/ton, al netto di Iva), e della frazione organica (70,58 euro/ton sempre al netto di Iva).
In particolare i 38 comuni coinvolti mettono in evidenza come l’aumento di costi dovuti al pre-trattamento della frazione secca dei rifiuti, si vada ad abbattere indiscriminatamente su tutti i Comuni, e non solo su quelli che non differenziando adeguatamente alla fonte fanno si che sia necessario il pre-trattamento del rifiuto prima del conferimento in discarica. Infatti, da un lato i Comuni cosiddetti virtuosi devono sostenere maggiori oneri alla fonte per poter conseguire notevoli risultati nella differenziazione, dall’altro devono sostenere ulteriori costi per il pre-trattamento di una frazione secca che non necessita di alcun trattamento prima di essere conferita in discarica.
Per ovviare a questo paradosso tecnico ed economico, i comuni del sassarese chiedono che la Regione intervenga individuando sub-ambiti provinciali, e distinguendo quindi i Comuni che differenziando adeguatamente alla fonte possono conferire direttamente in discarica da quelli per i quali è necessario il pre-trattamento. Tale differenziazione non può che portare a una diversificazione delle tariffe di conferimento, oppure comportare una restituzione ai Comuni virtuosi (con percentuali maggiori del 50% di differenziazione) dei maggiori oneri sostenuti per il conferimento.
L’altro aspetto della delibera del quale non si capiscono bene le finalità è quello che prevede l’erogazione della premialità - puntualizzano i 38 comuni interessati - ovvero dello sconto sulla tariffa di conferimento del secco, solo se la frazione organica viene conferita in impianti che producono compost di qualità. Nella malaugurata ipotesi che l’impianto di Mores, nel quale conferisce la stragrande maggioranza dei Comuni, tra l’altro in virtù di contratti pluriennali, non risultasse produrre compost di qualità, i Comuni si vedrebbero costretti, pur di avere la premialità, a conferire nell’impianto di Coldianu a costi raddoppiati, oppure si vedrebbero costretti a perdere il beneficio della premialità pur avendone tutti i requisiti. Nell’un caso e nell’altro si avrebbe un notevole maggiore onere nel conferimento.
In definitiva, puntualizzano i sindaci, la delibera in questione prevede da un lato un ingiusto aumento dei costi di conferimento del secco, e dall’altro paventa, altrettanto ingiustamente, un raddoppio dei costi di conferimento delle frazione organica. Sommando questi due fattori si avrebbe un incremento dei costi di conferimento del 30-40%, costo che dovrebbe poi riversarsi sui cittadini. «Nella situazione economica in cui ci dibattiamo non ci sembra sia un’ipotesi sostenibile - attaccano - oltretutto facendo in questo modo vanifichiamo tutto il lavoro di educazione ad un corretto comportamento da parte dei cittadini, lavoro che è tuttora in corso, e che si basa sulla promessa di non aumentare, e forse diminuire le tariffe grazie ai risparmi conseguiti attraverso una raccolta differenziata spinta».
I comuni di Ittiri, Ossi, Usini, Olmedo, Uri, Tissi, Codrongianos, Florinas, Muros, Cargeghe, Putifigari, Ozieri, Pattada, Mores, Tula, Ittireddu, Nughedu S. Nicolò, Anela, Benetutti, Bono, Bottidda, Bultei, Burgos, Esporlatu, Illorai e Nule, Thiesi, Banari, Padria, Pozzomaggiore, Bonorva, Siligo, Bonnanaro, Mara, Osilo, Villanova Monteleone, Monteleone Roccadoria, chiedono un incontro urgente con l’Assessore Regionale all’Ambiente e nel frattempo dichiarano lo stato di agitazione del territorio.
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