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S.A. 27 febbraio 2010
Tuvixeddu: Legambiente scrive a Bondi
Salvare la necropoli fenicia e spostare l´attenzione sul piano nazionale. Questo l´obiettivo di Legambiente che ha indirizzato una lettera firmata dal suo presidente Vittorio Cogliati Dezza, al ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi
Tuvixeddu: Legambiente scrive a Bondi

CAGLIARI - Salvare la necropoli fenicia e spostare l'attenzione sul piano nazionale. Questo l'obiettivo di Legambiente che ha indirizzato una lettera firmata dal suo presidente Vittorio Cogliati Dezza, al ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi.

«Onorevole Ministro,

nella città di Cagliari il colle di Tuvixeddu, la Montagna Sacra che incorpora la necropoli punica più vasta del Mediterraneo, è un monumento la cui grande importanza è nota in Sardegna, in l’Italia e all’estero, e del quale Lei stesso ha avuto occasione di conoscere direttamente le vicende - connesse al contestato progetto edificatorio - anche in occasione del Suo incontro con i rappresentanti della Regione Sardegna nell’ottobre del 2008. Le saranno certo noti anche gli sviluppi più recenti che, quale premessa della richiesta di un Suo intervento urgente e di un incontro con la nostra associazione, sintetizziamo brevemente. Il Dicastero da Lei retto ha recentemente avviato una procedura per la apposizione di un nuovo vincolo storico – artistico su un’ampia area interessata dalle attività di cava e mineraria. Qualche settimana fa, riformando la sentenza del Tar, una sentenza del Consiglio di Stato ha restituito validità ai decreti coi quali l’allora responsabile della Sovrintendenza Fausto Martino aveva annullato gli ultimi due nullaosta paesaggistici concessi al costruttore dal Comune nell’agosto del 2008. Il Consiglio di Stato, inoltre, nel disporre l’annullamento, ha ribadito la necessità di ottenere le autorizzazioni edilizie per ogni singolo intervento con adeguata motivazione paesaggistica. A questi sviluppi positivi che hanno fatto ripartire la speranza di salvare il Colle - già martoriato in passato - da ulteriori gravi compromissioni che se realizzate, sarebbero purtroppo irreversibili, si è contrapposto il recente atto della nuova Giunta Regionale. Una delibera in cui si esprime “la volontà dell’esecutivo regionale di portare a compimento le iniziative previste” dell’ Accordo di Programma del 2000 - pur lasciando lo spazio “per la valutazione di ipotesi di revisione del progetto del parco urbano e per la valutazione della eventuale ipotesi di proposta di modifica del relativo piano attuativo” – che riporta a dieci anni fa l’allarme sulla necessità di una rigorosa tutela del Colle di Tuvixeddu. L'importanza storico-culturale del sito non interessa soltanto gli studiosi, gli archeologici della Sardegna, ma deve essere impegno del Governo quello di predisporre una strenua difesa del patrimonio archeologico del nostro Paese. Dopo un tale riconoscimento ci saremmo aspettati una iniziativa conseguente, ovvero la dichiarazione di preminente interesse pubblico del complesso paesaggistico e culturale di Tuvixeddu e Tuvumannu. Signor Ministro, oggi quell’atto da parte sua è ancora atteso. Oggi un’area di valore mondiale è ancora davanti ad una difficile svolta, ma una revisione della situazione è tuttora possibile, in applicazione al Piano Paesaggistico Regionale e al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, che ha introdotto il concetto del bene paesaggistico come unità contestuale. In questa nuova percezione del paesaggio assume grande importanza il processo di ricostruzione della fisionomia storica del sistema dei colli prospicienti la laguna di S. Gilla, sulle cui sponde si insediò la civiltà fenicio-punica e successivamente romana. Le chiediamo dunque di perseguire con ogni misura l’obiettivo fondamentale che l’intera unità ambientale Tuvixeddu-Tuvumannu rimanga o ritorni a essere patrimonio della collettività. Pertanto il nostro invito è quello di prendere atto di questa possibilità per tutelare adeguatamente, con la dichiarazione di preminente interesse pubblico, il complesso paesaggistico e culturale di Tuvixeddu e Tuvumannu e indirizzare l'azione degli organi regionali all’applicazione del piano paesaggistico regionale del 2006 per un recupero dell’unità paesaggistica nel suo contesto».



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