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Sergio Ortu 15 novembre 2004
Sono ripartiti i naufraghi ospitati ad Alghero
Dopo la notte passata in una struttura ricettiva della città, i sette ragazzi sono ripartiti per Roma
Sono ripartiti  i naufraghi ospitati ad Alghero

Sono ripartiti lunedì mattina da Alghero alla volta di Roma, da dove erano partiti giovedì mattina con il loro catamarano diretti ai Cairaibi. Dario Sabatini (33 anni di Roma), Elio Cosio (48 anni di Messina), Emanuele Cosio (28 anni di Messina), Marzia Giannini (29 anni di Nettuno), Valentina Scuteri (30 anni di Napoli), Monica pettirosso (45 anni di Napoli), Dimitri Mirkosky (38 anni dell’Ucraina), almeno questa volta non sono riusciti a coronare il loro sogno: attraversare il Mediterraneo e l’oceano a bordo di catamarano di 22 metri. Domenica dopo le prime cure, un pasto caldo e coperte, un accoglienza calorosa offerta dai vigili del Fuoco dell’aeroporto di Fertilia insieme ai medici del 118 hanno trascorso la notte in una struttura ricettiva cittadina, questa volta dentro un letto al calduccio e all’asciutto. Un esperienza che non si dimenticherà facilmente per i sette protagonisti. Si conoscevano a malapena, la pianificazione del viaggio si era concretizzata via internet, chattando, e dove avevano scoperto di avere tutti e sette lo stesso sogno: in barca fino ai Caraibi. Sarà per un´altra volta: i ragazzi sono già pronti le ragazze forse un po’ meno dovranno smaltire lo shock e la paura sofferte in quel mare in tempesta. Raffiche di vento da 30/40 nodi hanno raggiunto poi 70 nodi con onde di 7/8 metri. Muri d’acqua che sballottolavano l’imbarcazione di 22 metri come una trottola che per fortuna non si è mai capovolta. A peggiorare le cose l’avaria dei due motori e la rottura degli alberi delle vele. Una situazione insomma apocalittica che ha spinto il capitano e armatore della barca Elio Cosio a lanciare l’SOS nella prima mattina di ieri(domenica). L’imbarcazione si trovava a circa 100 miglia dalle coste occidentali sarde, in acque internazionali in linea d’aria con la Corsica, e i primi a soccorrere i ragazzi sono stati i militari di un elicottero dell’aeronautica francese che hanno immediatamente portato in salvo gli otto membri dell’equipaggio. «Non volevamo abbandonare la barca io e mio zio -spiega commosso Emanuele Cosio nipote dell’armatore Elio Cosio- eravamo convinti che saremmo riusciti a superare il momento. Ma le ragazze erano troppo spaventate le onde ci facevano sbattere violentemente da parte all’altra della cabina e non riuscivamo a sistemare i motori. La rottura poi di un albero aveva compromesso anche la navigazione a vela. Il tempo è poi degenerato e l’Sos era inevitabile». L’imbarcazione era stata costruita direttamente dall’armatore Elio Cosio, vecchio lupo di mare siciliano, di professione agente immobiliare e alla sua seconda attraversata transoceanica. Ci aveva messo due anni a costruire quella barca, creando un cantiere appositamente per la sua realizzazione. Due milioni di euro circa il valore. «E’ stato un momento bruttissimo vedere la mia barca dall’elicottero in balia delle onde-confessa Elio Cosio- cercherò ora in tutti i modi di recuperarla. Avremmo potuto farcela ma senza vele e senza motori e con le ragazze sotto shock non ho voluto rischiare ancora». Nessuna paura infine per le due ragazze ricoverate nel pronto soccorso di Alghero, una precauzione vista la leggera ipotermia. Ripartite anche loro per la capitale. «Veramente un inferno quello che abbiamo vissuto -confessa Monica Pettirosso la più grande delle ragazze- muri d’onda che ci facevano rotolare come palline nella cabina. Un esperienza indimenticabile. Ci hanno avvistato con un areo poi è arrivato l’elicottero francese e siamo saliti con una fune». Sarebbero dovuti arrivare ai Caraibi i primi di dicembre.



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