Red
24 marzo 2010
Berchidda: rinvenuta necropoli megalitica
All´interno del sepolcro alcune ossa di tarda età. Allertate le autorità competenti. Il ritrovamento da parte di un ignaro cittadino a spasso col cane

BERCHIDDA - Nella giornata di martedì, il personale della Stazione dei Carabinieri di Berchidda è stato interessato da un cittadino per il rinvenimento di un teschio umano lesionato ed alcune altre ossa nell’area rurale denominata “Abialzos”. L’uomo si trovava con il proprio cane che, improvvisamente, è entrato in una piccola cavità nella roccia. Si è pensato subito al peggio: la prima descrizione, in effetti, si è riferita ad un anfratto in un’area rocciosa con all’interno dei resti umani, portando i militari a pensare all’ipotesi di un crimine.
Subito, pertanto, è stato attivato anche il personale della Sezione Operativa del Reparto Territoriale dei Carabinieri di Olbia che si è recato sul posto in supporto ai colleghi della Stazione. Lo scenario che si è presentato ai militari è stato quello di una classica fenditura di piccole dimensioni in una collina rocciosa con la superficie ricoperta di vegetazione. All’interno le ossa. Pur iniziando i rilievi, non è sfuggito agli operanti che quei reperti sembravano particolarmente risalenti: il loro colore, la struttura della loro superficie, la porosità hanno fatto presto pensare che probabilmente la scoperta non era d’interesse giudiziario, ma antropologico.
Un’area limitrofa, peraltro, era già nota per essere d’interesse archeologico, per la presenza di alcune costruzioni dolmeniche. Nel 1992, infatti, il sito era stato soggetto a censimento poiché fu rinvenuto un sepolcro a sua volta con ossa all’interno. Messo, comunque, in sicurezza l’ambiente, è stato contattato il personale del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Sassari che, ha sua volta, ha allertato la Soprintendenza per i Beni Archeologici provinciale. Giunti sul posto i militari ed un funzionario, si è definitivamente risolto il caso.
La valutazione nell’immediatezza è stata che le ossa risalivano, probabilmente, all’Età del Rame, così come la collocazione di quelle rocce. Esse, infatti, non erano casuali formazioni in pietra, ma megaliti lì posizionati per costituire una vera e propria necropoli, verosimilmente una continuazione di quella già nota. In esito al ritrovamento, quindi, l’area sarà ora oggetto della attenzioni della Soprintendenza per gli approfondimenti, risultando area di particolare interesse archeologico.
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