Pesanti lamentele di alcuni cittadini per i numerosi cumuli di spazzatura e rifiuti all´esterno delle attività di ristorazione per buona parte della giornata. Ma anche lo scarso decoro e la deregolamentazione selvaggia. La denuncia ad Alguer.it
ALGHERO - Situazione insostenibile nel comune di Alghero, in alcuni punti nevralgici del centro storico, dove il mancato rispetto degli obblighi che dovrebbero regolamentare il conferimento dei rifiuti all'esterno dei locali e ristoranti, crea forte disagio e malumore tra gli abitanti della città vecchia. Ecco cosa succede abitualmente in via Sant'Erasmo, carrer de les Monges (foto scattate da un cittadino e inviate ad Alguer.it): montagne di rifiuti, questo è il risultato per diverse ore al giorno e per tutta la notte, con grande festa di cani, gatti ed animali di varie dimensioni e specie.

La denuncia. Uno dei due ristoranti presenti nella strada ha deciso che, oltre ad occupare - con i relativi permessi - il proprio locale e metà piazzetta "del parroco", per la spazzatura prima ha occupato - senza permessi - lo stallo di parcheggio per invalidi; poi, dopo che la cosa era stata segnalata per iscritto al Comando della Polizia Urbana, ha deciso di colonizzare - sempre senza permessi - un angolo del marciapiede, addossandosi al muro di un edificio alieno al ristorante stesso e lontano una decina di metri (della serie: "la ronya en casa tua").
Come viene sottolineato nella lettera inviata al Quotidiano di Alghero, il regolamento comunale dovrebbe prevedere che i cassonetti assegnati ad ogni esercizio di ristorazione debbano essere custoditi all'interno dei locali dello stesso, salvo essere messi fuori prima del passaggio dei raccoglitori e subito dopo riaccolti nella struttura. Questa è la teoria, la pratica è che i cassonetti occupano permanentemente la strada (in questo caso il marciapiede). Pratica illegale però tollerata in tutto il Centro Storico, anche perché pare inspiegabilmente "sanata" da una deroga al piano commerciale.
«Dove vivo io la maggior parte dell'anno (nel centro storico di Madrid), per esempio la normativa comunale è molto più rigida, giacché prevede il non (dicesi NON) rilascio di alcun tipo di licenza a attività di bar-ristorazione se non in presenza di un apposito locale ("cuarto de basura"), illuminato ed areato, all'interno della struttura, dove poter custodire i rifiuti», sottolinea Luca Scala, profondamente sconcertato per la deregulation che governa il centro storico di Alghero, trasformato - a suo dire - in un villaggio vacanze, dove praticamente tutto è permesso ai signori avventori ed ai loro anfitrioni.
«Ed il Comune assiste compiaciuto (ciò suppongo io, constatata l'inazione, precisa Scala) ed inerte all'accumularsi dei varî "muntonarjus" vicino al passaggio di locali e turisti - denuncia - con cartoline folcloristiche degne degli "slums" di posti come Città del Capo, dove il degrado urbano è considerato dal turista, oltreché pericoloso, anche "pittoresco" e degno di relativa foto tra il curioso e l'indignato». Appellarsi alla sensibilità dei titolari delle attività di ristorazione del Centro Storico di Alghero è come chiedere a un coccodrillo di accarezzare dolcemente un neonato: i risultati non sono mai esattamente quelli che si sperano.
«Ci si dimentica - continua amareggiato Luca Scala - che è una zona urbana, ancora piuttosto densamente abitata da residenti non turisti, da gente che la notte ha diritto di dormire e durante il giorno di passeggiare in un luogo mediamente pulito e sgombro da cumuli di immondizia maleodorante prodotta dall'industria (concetto alla cinese?) del turismo. Gente illusa di vivere ancora in un posto dove, come nella maggior parte dei centri storici dell'Europa evoluta (e sottolineo "evoluta"), non si tuteli indiscriminatamente e senza limitazioni solo il diritto al guadagno immediato di questi cosiddetti "imprenditori" della ristorazione, ma anche il diritto alla salute (= non dormire significa non essere sani) dei residenti».
«Nel "Villaggio Vacanze Centro Storico" di Alghero la musica è alta ed è extraterrestre il semplice concetto di "isolamento acustico" o di "doppie porte" (andate a chiedere il permesso di mettere una semplice filodiffusione, "hilo musical", a volume basso a Madrid, e vedrete che infrastutture vi chiedono in Comune). Tutto si fa a porte spalancate, musica alta a discrezione dei gestori, fino tranquillamente alle 2 di notte "et ultra"». Quando ci si renderà conto che la Citta Vecchia è, appunto, una zona urbana e non un villaggio turistico isolato su una spiaggia dove vivono temporalmente solo turisti, domanda Scala. Quando si penserà che il divertimento deve rispettare la vita dei residenti?
Quando ci si ricorderà di che cosa significa la parola "decoro" relativamente a strade, piazze e marciapiedi?