Sara Alivesi
27 agosto 2010
Il tesoro de Lo Quarté: 2mila reperti dal Medioevo
Un´intensa attività di schedatura e studio dei reperti riemersi dagli scavi dell’ex Collegio dei Gesuiti ne Lo Quartè di Sant Miquel. L´auspicio è che saranno esposti nel Museo della Città di prossima apertura

ALGHERO – Un’intensa attività di schedatura e di studio di oltre 2mila reperti rinvenuti negli scavi dell’ex Collegio dei Gesuiti ne Lo Quartè di Sant Miquel ad Alghero (la campagna è testimoniata anche in un libro dal titolo "Lo scavo del cimitero di San Michele ad Alghero" della Felici Editore). Un lavoro di 800 ore, a titolo completamente gratuito, che ha impegnato il prof. Marco Milanese, (Ordinario di Archeologia Urbana e di Archeologia medievale ndr), già responsabile degli scavi, con la collaborazione degli studenti, laureati e specializzandi.
Il workshop algherese ha permesso la ricostruzione virtuale di pagine inedite del commercio che nel medioevo ha interessato la città catalana di Sardegna. Oggetti prevalentemente di produzione catalana, sarda, ligure, pisano-valdarenese, provenzale e siciliana. Un crocevia di culture, tradizioni e saperi nel porto di Alghero che fungeva da scambio e commercio per i grandi centri d’Europa. Il legame con la Catalogna riemerge dal passato anche attraverso i manufatti ritrovati, provenienti da Barcellona, Valencia, Tarragona, a dimostrazione dei contatti privilegiati e dello stretto rapporto etnico, politico, commerciale e culturale tra le due terre.
«L’idea che ci siamo fatti – spiega Milanese – è che Alghero fosse una sorta di mercato interno di Barcellona. Le stesse pentole che venivano utilizzate dalle massaie algheresi provenivano da là, così come i grandi catini (in sardo Sciveddas ndr) usati per fare il pane e per altri usi domestici, le brocche per attingere l’acqua dai pozzi e i mortai per la cucina». L’importanza anche di un solo reperto, restituisce un pezzo di storia, come in un rebus da ricostruire con pazienza e che progressivamente da un’immagine più chiara sulle abitudini, la cucina, le malattie, i gusti, le credenze, l’economia e la vita in generale di un popolo.
«Sarebbe utile appropriarci del passato per creare spunti nel presente e futuro – è la proposta dell’assessore allo Sviluppo Economico e l’Artigianato Gianfranco Langella – d’accordo con il professore sulla possibilità di esporre il materiale catalogato e spiegato nel Museo della Città che dovrebbe essere inaugurato nel 2011». Un passo verso la riscoperta delle proprie radici e verso un turismo culturale che aiuterebbe nella destagionalizzazione del territorio.
L’unico rammarico è che dal settembre scorso gli scavi si siano interrotti per mancanza di fondi. Peccato ritrovarsi a metà dell’opera. Neanche di poco conto, considerato che il cimitero sotterraneo de Lo Quartè è già considerato il più importante sulle epidemie di pestilenza del periodo medievale tra quelli italiani, e uno dei più rilevanti in Europa.
Nella foto: Alcuni reperti della catalogazione
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