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Red 25 ottobre 2010
«Lido Iride, recupero sostenibile»
Lo sostiene Italia Nostra. La parola d´ordine è sostenibilità e qualsiasi intervento a tutela delle coste nel Golfo dell´Asinara dovrà essere realizzato tenendo conto di questa impostazione
«Lido Iride, recupero sostenibile»

SASSARI - La parola d'ordine è sostenibilità e qualsiasi intervento a tutela delle coste nel Golfo dell'Asinara dovrà essere realizzato tenendo conto di questa impostazione. Linee guida importanti, che arrivano direttamente dai lavori del partecipato convegno “Paesaggi di costa 2010, il Golfo dell'Asinara”, organizzato e promosso da Italia Nostra nei giorni scorai nella sala conferenze della Camera di commercio di Sassari. Un'occasione importante, che è servita a fare il punto sui tanti problemi che affliggono uno dei tratti di costa più belli e apprezzati del Mediterraneo.

All'architetto Sara De Paolini, neolaureata nella facoltà di Alghero, è toccato analizzare la spinosa questione del Lido Iride, spunto stimolante per i numerosi interventi che hanno animato il dibattito a chiusura delle relazioni. L'ipotesi formulata dalla De Paolini, illustrata con una serie di slide proiettate su un maxischermo, prevede il recupero dell'intera area con una serie di accorgimenti basati sul rispetto dei luoghi e la salvaguardia dell'identità storico-culturale del complesso.

Secondo la proposta-progetto dell'architetto, formulata nella tesi di laurea appena discussa, il recupero dell'Iride, incastonato all'interno di uno scenario di dodici chilometri di litorale sabbioso, circondato da ginepri endemici, potrebbe essere realizzato solo garantendo la sostenibilità dell'intervento, non prima di avere risolto alcuni problemi strutturali come la frammentazione del terreno, la modifica delle attuali discese a mare e la presenza antropica. Intervento che può essere pensato solo con l'impiego di materiali eco-compatibili.

«Lo spunto - ha spiegato l'architetto De Paolini - è il progetto, mirato alla sostenibilità ambientale, grazie al quale è stato da poco valorizzato lo stagno di Platamona. Nello specifico dello stabilimento dell'Iride, invece, il recupero avverrebbe salvando il corpo centrale, l'arena, la piscina e due sole file di cabine perché - ha proseguito la De Paolini - sono cambiate negli anni le modalità di fruizione del mare e della spiaggia da parte dei cittadini-utenti». Il tutto accessoriato da passerelle in legno, zone d'ombra, tende a vela e impianti luci all'avanguardia per conferire allo stabilimento un aspetto moderno nel rispetto della storia e della cultura del luogo «e soprattutto - ha concluso Sara De Paolini - senza modificarne il ricordo».

Di segno analogo la relazione dell’architetto Giovanni Spanedda, capo ufficio tecnico del comune di Stintino, che con poche, ma efficaci pennellate ha disegnato il quadro sintetico del Puc appena varato dall’amministrazione del centro costiero. Gli interventi più importanti, sempre nell’ottica della sostenibilità, riguardano in particolare il recupero ambientale della spiaggia della Pelosa, con la realizzazione e il mantenimento di sistemi d’accesso supportati da opere di protezione a salvaguardia del corpo dunale, considerato un unicum da un punto di vista ambientale e paesaggistico.

La creazione di passerelle sopraelevate in legno e l’eliminazione della strada consentiranno di rendere ugualmente fruibile il sito nel rispetto dell’ambiente. Riguardo allo stagno di Casaraccio, invece, l’amministrazione vorrebbe acquisire il sito per farci un parco con annesso impianto ittico «opere - ha detto l’architetto Spanedda - che ne permetterebbero un’adeguata valorizzazione. Area parco anche per il sito di Ezzi Mannu con interventi - ha concluso Giovanni Spanedda - che permetterebbero di ripensare al passato con l’intento di proiettarsi nel futuro nell’ottica della sostenibilità».

Il convegno, moderato dal dottor Antonio Arcadu, vice presidente della sezione sassarese di Italia Nostra, ha fatto registrare una grande partecipazione, in particolare durante l’animato dibattito che ha visto, fra gli altri, l’intervento del nuovo commissario dell’Ente Parco dell’Asinara, Pasqualino Federici. «Auspico - ha detto l’avvocato Federici, rivolgendosi ai vertici di Italia Nostra - un futuro di grande collaborazione con voi e prometto di vigilare su tutte quelle situazioni potenzialmente rischiose da un punto di vista ambientale e paesaggistico».

La chiusura dei lavori è stata affidata al professor Antonello Cugia, presidente della sezione sassarese di Italia Nostra, che si è soffermato sul preoccupante e sempre più diffuso fenomeno di erosione costiera nel Golfo di Platamona, documentato da una serie di significative immagini. L’iniziativa rientra nell’ambito della manifestazione nazionale “Paesaggi sensibili”, promossa ogni autunno da Italia Nostra con l’intento di passare ai raggi x riviere, scogliere, lagune del “Bel Paese” su cui incombono gravissime criticità. Italia Nostra si impegna infatti ad onorare l'articolo 9 della Costituzione nella difesa unitaria del patrimonio costiero.

Nella foto: un momento del convegno di Sassari promosso da Italia Nostra



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