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La Bastida di Sorres chiude tra gli applausi
a tredicesima edizione della Bastida di Sorres si è chiusa domenica sera a Borutta con un grande successo di pubblico e con la soddisfazione di organizzatori e rievocatori. Tre giornate intense, dal 19 al 21 settembre, hanno riportato il Medioevo nel cuore del Mejlogu, trasformando la piana ai piedi del monastero benedettino di San Pietro in un villaggio vivo e pulsante

BORUTTA - Accampamenti, duelli, spettacoli di falconeria, giocoleria e danza col fuoco, ma anche laboratori artigianali, attività per bambini, visite guidate e momenti di fede hanno scandito un programma ricco e variegato. La rievocazione della battaglia tra Doria e Aragonesi ha acceso le emozioni del pubblico, confermandosi tra gli appuntamenti più attesi.
Grande risalto ha avuto anche la collaborazione con l’IPSAR di Alghero, i cui studenti hanno presentato tre piatti ispirati alla cucina medievale: un’esperienza che ha unito studio, professionalità e creatività, aprendo nuove prospettive di crescita per la manifestazione.
«La Bastida di Sorres – sottolinea l’Associazione – è il frutto di un lavoro di armonia che dura tutto l’anno, e che coinvolge i rievocatori, veri protagonisti dell’evento. La nostra volontà è di non disperdere ciò che Sorres è stata, ma di farne memoria viva e condivisa. Grazie a manifestazioni come questa, anche il monastero riapre le sue porte e si integra con il territorio».
Per il sindaco di Borutta, Silvano Arru, il bilancio è più che positivo: «Da tredici anni la Bastida rappresenta un’esperienza unica in Sardegna. Abbiamo investito sulla storia come strumento di crescita culturale e turistica, coinvolgendo l’intero Mejlogu. Questa edizione ha confermato che, con la collaborazione di tutti, anche i piccoli centri possono diventare motore di cultura e attrattore di visitatori».
La Bastida di Sorres, realizzata grazie al contributo regionale e del programma della Camera di Commercio Salude&Trigu, si conferma così non solo una delle rievocazioni storiche più longeve e conosciute dell’isola, ma anche un progetto culturale e comunitario che guarda al futuro, mantenendo salde le radici nella memoria.
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