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Red 30 novembre 2010
iRS, occhi puntati sull´inquinamento
Ottimo successo del convegno “Turritani contro l’inquinamento – Bonifiche come diritto di vita” organizzato sabato scorso nella sala “Filippo Canu” a Porto Torres dagli attivisti e dai simpatizzanti locali iRS
iRS, occhi puntati sull´inquinamento

PORTO TORRES - Ottimo successo del convegno “Turritani contro
l’inquinamento – Bonifiche come diritto di vita” organizzato sabato scorso nella sala “Filippo Canu” a Porto Torres dagli attivisti e dai simpatizzanti locali iRS. Oltre 150 i presenti che con attenzione
hanno seguito la presentazione dell’incontro, ad opera di esperti del settore, politici e rappresentanti delle istituzioni, e preso parte al dibattito finale. Moderato da Alessandro Derrù, sostenitore cittadino, il convegno ha preso il via poco prima delle 19 per concludersi dopo oltre tre ore intense di interventi, domande e considerazioni che hanno coinvolto i relatori e i presenti nella sala.

Derrù affida alle suggestive immagini dei primi anni ‘60 proiettate sul maxischermo alle spalle del tavolo dei lavori la presentazione dei temi che si svilupperanno nel corso della serata. Si parte dal “Piano di
Rinascita”, che vide i vari Rovelli e Moratti impiantarsi in Sardegna a Porto Torres e Sarroch, «a seguito di una campagna di demonizzazione della pastorizia e di una falsa presentazione che politici e giornali
dell’epoca utilizzarono per giustificare le installazioni delle industrie in un territorio, quello sardo, che ben poco aveva a che fare con le ciminiere e lo sconsiderato sviluppo industriale». Bastarono infatti poco più di dieci anni dall’avvento del petrolchimico per vedere arrivare le prime cassintegrazioni e, di conseguenza, i primi trasferimenti degli operai dalle fabbriche alle piazze con una serie di scioperi a manifestare i problemi e i disagi dei lavoratori, delle loro famiglie, delle popolazioni.

Primo intervento affidato al presidente di “Sardegna Ambiente” Lello Cau, che partendo ironicamente e con semplicità dal detto comune “chi rompe paga”, ha fornito una serie di dati che dimostrano come nel caso di Porto Torres, e di tanti altri comuni, nonostante alcuni articoli della Costituzione italiana e decreti legislativi dello stato italiano prevedano precisi doveri per le aziende inquinanti – leggi il riparare ai danni arrecati ai territori - l’equivalenza con il “chi sporca pulisce” non solo non trova applicazione, ma non trova neppure un limite o un termine. «Dagli elementi forniti dalle stesse aziende operanti nel petrolchimico, ad esempio Syndial (oggi Polimeri Europa), si evince infatti che vengono forniti regolarmente al Ministero dell’Ambiente dati relativi alle emissioni in aria e acqua delle sostanze inquinanti esponenzialmente superiori alla norma, senza che questo porti ad una presa di posizione delle autorità competenti volta all’interruzione di tali attività dannose ed inquinanti».

La parola è poi passata a Vincenzo Migaleddu, medico radiologo di “Medici per l’ambiente” che studia le relazioni fra l’ambiente che ci circonda e l’incidenza della sua contaminazione sull’aumento dei tumori, in particolare nella prima infanzia e nell’adolescenza, portando il territorio sassarese a primeggiare nelle banche dati del registro italiano tumori. Molto interessanti le spiegazioni sulla pericolosità delle nanoaparticelle, monitorate con apposite centraline che dovrebbero segnalare il superamento dei limiti consentiti, sulle direttive EU 2008 che obbligano gli stati alla riduzione al di sotto di 20 ug/m3 entro il 2015, unite alla rivelazione che al momento sono attive solo centraline in grado di monitorare i livelli di PM 10 ma non le più sottili e insidiose di PM 2,5.

Il terzo intervento è del sindaco di Porto Torres Beniamino Scarpa, che ringrazia iRS per l’invito e presenta il suo intervento legato a darsena, bonifiche ed energia, riprendendo i temi trattati dagli esperti che lo hanno preceduto. Per quanto riguarda la darsena, il sindaco Scarpa conferma di aver avuto rassicurazione che il territorio turritano sarà interessato dalla più grande bonifica d’Europa per estensione e somme stanziate, e di poter quindi affermare che sono in corso una serie di provvedimenti volti a salvaguardare i cittadini in misura superiore a quanto non sia stato fatto negli ultimi 40 anni. «È interesse comune che le bonifiche vengano fatte presto e bene. Sono stati presentati la maggior parte dei progetti e risultano essere già stanziate importanti risorse, in particolare per quanto riguarda tre tipologie di intervento: acque di falda, suoli e Minciaredda - anche se in quest’ultimo caso fra Syndial e gli enti locali manca l’intesa sulle modalità operative -. È interesse di tutti, Eni compresa, il rimettere a disposizione della comunità i territori bonificati».

Prima degli interventi degli esponenti di iRS, parola all’assessore all’ambiente della provincia Paolo De Negri. L’assessore parla di oltre 500 milioni di euro già stanziati per le bonifiche, atto dovuto da mettere in cantiere con urgenza, alle quali chiaramente potranno partecipare le imprese sarde che possiedono i requisiti, e si sofferma sull’emergenza benzene, i cui livelli superano esageratamente i limiti consentiti, per la quale la provincia ha intrapreso le dovute attività di verifica insieme alla regione e agli altri enti. De Negri affronta il tema del temuto arrivo della nave contenente una quantità imprecisata di fok, un residuo della lavorazione dell’acetilene riclassificato nel 2005 come combustibile, che avrebbe dovuto bruciare negli stabilimenti della Polimeri Europa fra le perplessità dell’amministrazione provinciale: «Occorre chiedere misure di salvaguardia dell’ambiente, e questo non deve assolutamente essere visto come un atto contro l’occupazione ma indirizzato verso la salvaguardia del territorio. Per questo la posizione della provincia proseguirà lungo la linea della fermezza, non certo dell’ostilità».

Nella foto: un momento dell'incontro di Porto Torres



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